giovedì, dicembre 12, 2024

Nella baia delle parole: romanzi sfidanti. Le migliori letture

Mi rendo conto che, in un anno, possono accadere tante cose. Da un momento all’altro, quegli innumerevoli progetti di lettura potrebbero scombinare il nostro equilibrio personale, e travolgerci, con l’irruenza di una tempesta. Quest’anno ho letto molto di più di quel che credevo. Perlopiù saggi, ma anche tanti classici e romanzi di narrativa contemporanea e, come ogni anno, romanzi inerenti a delle sfide che, in un soggiorno letterario vasto e corposo di letture bellissime ancora da leggere e vivere, bisogna confidare di scovare quella perfetta, idonea al nostro spirito, che non secchi il nostro palato quanto la pregusti, come si deve. Eppure non tutte queste pietanze si sono rivelate soddisfacenti e, in due post, questo e successivamente un altro, vi rivelerò quale sono stati quei romanzi che mi hanno piacevolmente conquistata e quelli invece che, come un brivido lungo la schiena, mi hanno fatto disgraziatamente ribrezzo.

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Un romanzo asciutto ma appassionante, stimolante e incalzante che nonostante tutto mi ha trasmesso piacevoli sensazioni. Fra lugubre e sciatte stanze, memoria di una vita lontana priva di ambizioni e sfortunata come i protagonisti dickensiani.


Titolo: Mattino e sera
Autore: Jon Fosse
Casa editrice: La Nave di Teseo
Prezzo: 16 €

N° di pagine: 160

Trama; Un bambino viene al mondo; si chiamerà Johannes, sarà un pescatore. Un uomo ormai anziano muore; si chiamava Johannes, era un pescatore. Mattino e sera si estende tra i due estremi della vita, come tra i due estremi del giorno, tra i pensieri di un padre che vede nascere suo figlio e quelli di un vecchio che affronta le cose di ogni giorno, nel suo ultimo giorno, cose sempre identiche, riconoscibili, eppure definitive. Con una lingua vivida e aderente ai dettagli più minuti dell’esistenza e della sua bellezza, percorrendo le domande più importanti di ogni uomo – le più semplici e assolute – Jon Fosse scrive una novella di incredibile potenza poetica, che conferma ancora una volta il talento del più grande scrittore norvegese contemporaneo.

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Simulacro di una visione tangibile, soggetta alla sua figura violenta, remota, distante, superba dalla volontà dilaniante e altera. Figura solitaria che vaga lungo la riva dell’assurdo, dell’illusione, del fantasmagorico, assistendo alla tragicità della vita non solo come spettatrice ma come derivato di un programma, la cui provenienza è lontana, remota. Affettazioni dell’anima che coincidono con la supremazia, il sentirsi imprigionati e intrappolati in qualcosa che non dona gioia, quanto sconforto, in un teatro di azioni sconnesse ma significative.


Titolo: Le carte della signorina Puttermesser

Autore: Cynthia Ozick

Casa editrice: La nave di Teseo

Prezzo: 19, 50 €

N° di pagine: 340

Trama: Con una scrittura affascinante, originale, che canta come un intero coro di sirene, Cynthia Ozick dà vita al suo personaggio e alla sua storia più coinvolgente. Ruth Puttermesser vive a New York. La sua cultura è monumentale. La sua vita amorosa minima (preferisce versare lacrime per Platone che divertirsi con Morris Rappoport, sposato). Le sue fantasie, invece, rivelano una sconcertante tendenza ad avverarsi – con conseguenze disastrose per ciò che, comicamente, definiamo realtà. La Signorina Puttermesser vorrebbe tanto una figlia, e prontamente ne crea una, senza aiuto, nella forma del primo golem femmina di cui si abbia memoria. Mentre si dà da fare nelle pieghe polverose del servizio civile, sogna di cambiare la città – ed ecco che riesce a diventarne il sindaco. La Signorina Puttermesser riflette sull’aldilà e vi si butta a capofitto, solo per scoprire che trovare un paradiso significa anche perderlo. Strabordante di immaginazione di vibrante umorismo, Le carte della Signorina Puttermesser è un vero e proprio luna-park letterario, scritto da una delle autrici più visionarie del nostro tempo.

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Un bellissimo ritratto alla vita, al passato, alla misericordia mediante la profondità di sentimenti e sensazioni che sono inculcati nell’animo umano, che sebbene affonda le sue radici nell’antichità è un romanzo attualissimo poiché narra di sommosse che disgraziatamente sono ancora diffuse come piaghe suppurante, nella Cina odierna.

Titolo: Fuga di morte

Autore: Keyi Sheng

Casa editrice: Fazi

Prezzo: 18, 50 €

N° di pagine: 429

Trama: Sulla piazza principale di Beiping, capitale dello Stato di Dayang, un giorno compare un enorme escremento a forma di pagoda: un atto dissacrante, che fa esplodere le gravi tensioni sociali latenti da tempo, innescando un movimento di protesta guidato da poeti e intellettuali. Yuan Mengliu, giovane e rispettato poeta, vive però una crisi profonda. Da un lato si dimostra incapace di sopportare la violenza della rivolta e della sua repressione da parte del governo, dall'altro non riesce ad abbracciare gli ideali rivoluzionari della sua compagna Qi Zi, la quale si afferma invece come leader della protesta. Quando la ragazza scomparirà in circostanze misteriose, Yuan Mengliu, ormai abbandonata la poesia e diventato un chirurgo, si metterà alla sua ricerca. Dopo anni di viaggi, si ritroverà in un luogo sperduto chiamato Valle dei Cigni: un mondo utopico apparentemente perfetto che si rivelerà invece sottoposto a imposizioni ferree dall'alto, dove ogni aspetto della vita è regolamentato ai fini del benessere dello Stato, con tragiche conseguenze.

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Grandissima scala dalla cui imponente visione vi sono schiere di anime affamate e sfinite, che sprigionano nell’aria l’eco di una profonda innocenza, come un doloroso paradosso ogni cosa diviene ridicola, soffocata da una spontaneità primogenita la cui satira dà così vita a una visione grottesca, della realtà resa equivocabile e provocatoria.


Titolo: Ferdydurke
Autore: Witold Gombrowicz
Casa editrice: Il saggiatore
Prezzo: 22 €
N° di pagine: 224
Trama: Il trentenne Giuso, perditempo e lavoratore occasionale, si sveglia e scopre di essere tornato adolescente. Il suo aspetto non è cambiato, eppure… Alla porta di casa bussa un arcigno professore: entra, lo interroga, gli rifila voti bassi e lo rispedisce a scuola. È l’inizio di una delle storie più folgoranti della letteratura europea, un lampo di allucinazione che il genio di Witold Gombrowicz ha sublimato nella più discussa e celebre delle sue opere. Giuso è la proiezione dell’individuo odierno, un neghittoso mammone confinato nell’immagine di un adulto. La scuola pullula di imborotalcati come lui: uomini senza qualità, inetti piegati all’eccitazione e al godimento puerile, umanità irrisolte che il loro tempo ha esiliato in un limbo di eterna fanciullezza. Salvo cercare in questa fanciullezza farsesca la propria innocenza. Ferdydurke spalanca, attraverso una lingua formidabile, fatta di nonsense, bagliori e richiami, una voragine nella coscienza dei suoi – e dei nostri – contemporanei. Un’indagine narrativa, quella di Gombrowicz, che origina dai primi decenni del Novecento per estendersi fino ai nostri giorni, e che nell’ambiguità della forma – nella sua drammatica inconciliabilità con gli spiriti che riveste – trova il suo mezzo paradossale; nella beffa dell’infantilismo, il suo trauma archetipico.

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Diretta in nessun posto in particolare, né filo conduttore di un progetto architettonico le cui basi sono solide, ma che si alimenta di emozioni. Sentimenti scaturiti dalla semplice lettura di romanzi, indagini relative a gatti scomparsi, gruppi di casalinghe chiacchierone ma non disperate, di cui io ho osservato imbambolata ma dibattendosi fra il possibile e il discutibile.


Titolo: L’estate in cui fiorirono le fragole

Autore: Anna Bonacina

Casa editrice: Sperling e Kupfer

Prezzo: 17, 90 €

N° di pagine: 288

Trama: Sembra un'estate come tante nel piccolo borgo di Tigliobianco: le vecchiette si impicciano degli affari di tutti, i bambini scorrazzano selvaggi, le signore del Club del Libro infastidiscono la bibliotecaria... Ma ecco che Villa Edera, la dimora vittoriana in fondo al paese, viene affittata per qualche settimana da Priscilla Greenwood, scrittrice di romanzi rosa di grandissimo successo in crisi d'ispirazione, a caccia di tranquillità e anonimato, per trovare il modo di liberarsi di Calliope del Topazio, la sua smielata e ardente protagonista.

Le cose a Tigliobianco, però, non vanno come Priscilla si aspetta: comari in guerra, gatti scomparsi, ragazzine che sognano di diventare detective, lettere trafugate, un mitico quaderno di ricette, smarrito da anni, che contiene il segreto della torta più buona del mondo, la Suprema, per non parlare della Gara Fragolina, che si svolge ogni anno l'ultima domenica di luglio e in cui tutto il paese si sfida a colpi di torte di fragole. E poi Cesare Burello, il chirurgo plastico in vacanza nel paese natio...

È così che Priscilla si trova immersa nel mezzo di un vero e proprio cliché da romanzo rosa. Cosa fare? Fuggire a gambe levate o dare una chance a Cesare che sembra la copia carbone di Roger MacMillan, l'affascinante protagonista dell'Harmony che lei ha scritto?

Fra picnic notturni, complotti e una caccia al tesoro squisitamente letteraria, Priscilla si troverà finalmente a fare i conti con la domanda che la tormenta da sempre: davvero la vita reale non può essere come un romanzo? E, intanto, che fine avrà fatto la leggendaria ricetta della Suprema, la torta più buona del mondo, scomparsa nel nulla trent'anni prima e il cui destino sembra legato a quello di Cesare?

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Un romanzo che non decifra quanto ritenendo esattamente ogni cosa com’è. In un carosello di azioni, gesti, un numero spropositato di volti a cui ha una certa prevalenza quella dell’infante, della bambina come simbolo di mutamento continuo.

Titolo: Preludio e altri racconti

Autore: Katherine Mansfield

Casa editrice: Mondadori

Prezzo: 12 €

N° di pagine: 192

Trama: Tutti e tre i racconti di questo volume – Preludio (1918), Alla baia (1921) e La casa delle bambole (1922) – mettono in scena i membri di una stessa famiglia, i Burnell, per narrare tre volti di un'infanzia neozelandese che è poi quella dell'autrice. Segnati dal carattere inconfondibile dell'isola natale, ma dotati di un respiro universale, i tre testi di Katherine Mansfield tratteggiano esistenze votate all'"essere altrove" e ci parlano di trasferimenti, di vacanze, di scoperte, di viaggi fisici o interiori, tra l'esotismo di una natura sensuale e una percezione di straniamento sottile quanto ineludibile.

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In una visione priva di fronzoli, franca, fondamentalista dell’America, invito al mondo poiché fonte inesauribile di riflessioni e meraviglia. Testimonianza diretta, quasi ricordo pescato dalla nostra coscienza, di un paese che lentamente si avviò lungo la distruzione,  e a cui si lasciano andare, inevitabilmente.


Titolo: La ballata del caffè triste

Autore: Carson McCulllers

Casa editrice: Einaudi

Prezzo: 13 €

N° di pagine: 155
Trama: In uno sperduto villaggio del profondo Sud degli Stati Uniti, Miss Amelia, una donna matura e indipendente, dai tratti spigolosi e mascolini, si guadagna da vivere con il suo emporio ma soprattutto producendo e vendendo liquore di contrabbando. La sua esistenza cambia con l'arrivo del cugino Lymon, un nano capace di ingraziarsi l'intero paese, e di convincere Amelia a trasformare l'emporio in uno scalcinato caffè, punto di ritrovo per la comunità. La felicità di Amelia è però di breve durata: il ritorno dell'ex marito Marvin, cacciato di casa per ragioni non chiare la prima notte di nozze, e ora appena uscito di prigione, innesca una spirale di conflitti e violenze che cambierà la vita della donna e dello stesso villaggio.

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Confessione sussurrata dalle stanze buie e polverose dell’anima di un uomo, un ragazzo, che procede come un soliloquio e le cui pause scandite hanno la forma di un delirio. Apparentemente cinico ma sognatore, galleggiando in un pozzo oscuro di irrealtà evanescente, desideroso di essere se stesso e non soggiogato dalla natura degli stessi sentimenti.


Titolo: Il diavolo in corpo

Autore: Raymond Radiguet

Casa editrice: Feltrinelli

Prezzo: 9 €

N° di pagine: 160

Trama: Scritto dal giovanissimo diciottenne Radiguet e pubblicato due anni prima della sua morte, "Il diavolo in corpo" narra la storia, in parte autobiografica, di un adolescente che scopre l’amore. Ambientato ai tempi della prima guerra mondiale, ha per protagonista un ragazzo che diventa l’amante di una giovane donna, Marthe, poco più grande di lui, promessa sposa di un soldato al fronte, Jacques. È un’iniziazione sentimentale e sessuale febbrile e perturbante, dall’esito tragico. Una passione sondata con sguardo penetrante dall’autore, che scandaglia i contraddittori impulsi dell’adolescenza di fronte al sesso e alla responsabilità dell’età adulta. Il romanzo, che fece scandalo alla sua uscita, ebbe un clamoroso successo come prototipo del bestseller erotico. Diventato un classico della letteratura francese d’inizio Novecento, è stato portato anche sul grande schermo nel film di Claude Autant-Lara con Gérard Philipe (1947) e ha ispirato in misura più libera quello di Marco Bellocchio del 1986.

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Pregno di quell’idealismo più sfrenato che abbia mai prodotto la coscienza mediante letteratura. Irretita, quasi priva di anima, mi sono scagliata contro un così ignobile atto, immaginando che ci sarebbe stata una via di salvezza senza speranza come quella di quest’uomo rendendolo scevro di qualunque umana considerazione.

Titolo: Psycho

Autore: Robert Bloch

Casa editrice: Bompiani

Prezzo: 14 €

N° di pagine: 192

Trama: Norman Bates vuole molto bene a sua madre, il problema è che la donna è morta da più di vent'anni, o almeno questo è quello che pensa la gente nella tranquilla cittadina di Fairvale, in California. Norman vive con la madre nella casa vicino all'albergo di famiglia, il Bates Motel, lungo il vecchio tracciato dell'autostrada, oggi in disuso. Una sera si presenta alla reception una giovane donna, Mary, ladra per amore: l'incontro turba i pensieri di Norman, ma la madre veglia su di lui, decisa a proteggerlo con il suo coltello da macellaio. Un grande romanzo che ha ispirato un film leggendario, un viaggio da brivido nella mente di un uomo, e tra le ombre della sua identità.

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La voce di un cantastorie si era intersecata allo stile di vita di una giovane donna la cui esistenza assume una certa luce, una certa importanza, solo grazie alla voce altisonante di certe storie. A dialoghi che, come uno scambio, si contrappongono fra lei e l’anima di chi le scrive, in una ricerca costante alla complicità attraverso cui le vicende di Ahmed si erano contrapposte alla mia: generando fascino, ammirazione, ammaliamento, pietre in giardini rigogliosi e già verdeggianti, in cui la bellezza delle emozioni sfocia nella sua costruzione onirica, surreale.


Titolo. Creatura di sabbia

Autore: Tahar Ben Jelloun

Casa editrice: La nave di Teseo

Prezzo: 16 €

N° di pagine: 208

Trama: La nascita di Mohamed è festeggiata con grande clamore e sfarzo dal padre Hadj Ahmed: finalmente, dopo sette figlie femmine, è arrivato un maschio. Quella che sembrava una maledizione che impediva alla sua casa di avere un erede è finita, ma soprattutto sono state sventate le mire dei fratelli al suo patrimonio. Sarebbe tutto perfetto, se Mohamed fosse veramente un maschio. Invece è nato femmina e solo per volere del padre crescerà e verrà educato come un uomo, abituato fin dall'infanzia a essere il prossimo capofamiglia, colui che regge la casa e la servitù. Mohamed Ahmed, nonostante il prestigio della sua posizione, dovrà fare i conti per tutta la vita con un'identità fittizia, frutto di una metamorfosi coatta, che non tiene conto del carico di violenze, rimozioni, rinunce e sofferenze che ne derivano e che lo porteranno a un'esistenza di solitudine e incomprensione. Un romanzo intenso in cui la forza della scrittura è al servizio di una storia dolorosa e complessa che racconta - attraverso le voci di vari narratori, come in una favola mediorientale - il dramma della vita del protagonista mentre ci mostra anche qualcosa del mondo arabo, delle tradizioni e dei tabù del Marocco e della sua società.

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Un romanzo che rievoca la libertà sopita dalla stoltezza, dalle inutili convenzioni sociali, che ha trovato compenso nella caratterizzazione di ogni personaggio, anche in quelli minori, nello splendore di ideali letterari dove la natura stessa è arcaica, come la rude architettura di un palazzo. 

Titolo: Tonio Kröger

Autore: Thomas Mann

Casa editrice: Bur 

Prezzo: 9, 50€

N° di pagine: 220

Trama: Tonio Kröger, scrittore in erba, si trasferisce da Lubecca a Monaco dove raggiunge la celebrità letteraria. La fama non placa però la sua irrequietezza e il suo senso d’inferiorità nei confronti di coloro che, come l’amico Hans e la giovane Ingeborg, sono tanto lontani dall’arte quanto semplici, liberi e spontanei nel vivere. Vero e proprio ritratto dell’artista da giovane, Tonio Kröger ruota intorno al contrasto, acutamente sentito da Thomas Mann, tra le esigenze dell’arte, che lo portavano a un’esistenza fredda, artificiosa e lontana dal sentire comune, e l’inconfessata, profonda nostalgia per la pienezza del vivere, la solidità e l’onestà borghese. Un capolavoro della letteratura novecentesca, che la penetrante introduzione di Giuliano Baioni rivela in tutta la sua ricchezza e complessità.

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L’anima si perde in meandri irrecuperabili da cui è impossibile recuperare o carpire alcunchè, perfino il più comune degli istinti umani. 

Titolo: Il castello di Otranto

Autore: Horace Walpole

Casa editrice: Bur

Prezzo: 9, 50 €

N° di pagine: 167

Trama: Si suppone che gli avvenimenti si svolgano nel Duecento. Manfredo, signore di Otranto, nipote dell'usurpatore del regno che ha avvelenato Alfonso, il lettimo sovrano, vive sotto l'incubo di una profezia, secondo cui la stirpe dell'usurpatore continuerà a regnare, finché il legittimo sovrano non sia divenuto troppo grosso per abitare il castello e finché discendenti maschi dell'usurpatore lo occupino. Quando la profezia sembra avverarsi, Manfredo atterrito confessa il modo dell'usurpazione e si ritira in un monastero con la moglie. Il romanzo fu pubblicato nel 1764 e, nella prima edizione, era descritto come una versione dall'italiano.

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<< Unità di misura >>, gli ambienti e le azioni descritte avverranno per sua funzione, e lo stesso Auge diverrà maturo solo perchè pungolato continuamente dalla madre, incompatibile conseguenza della società e del meccanismo di cui se ne fa parte in cui diviene sempre più evidente l’incapacità umana ad essere forti, liberi di scegliere da soli, senza alcun condizionamento. Non spiccando per originalità quanto per le imperfezioni di cui inevitabilmente trascina, in un caleidoscopio di vicende a volte ripetitive in cui ogni cosa, persino la più brutta e misera, appare fatiscente e luminosa.


Titolo: Le avventure di Augie March
Autore: Saul Bellow

Casa editrice: Mondadori

Prezzo: 15€

N° di pagine: 704

Trama: Pubblicato nel 1953, "Le avventure di Augie March" rappresenta una delle vette della produzione romanzesca di Bellow, la sua prima opera importante: un romanzo di formazione dalla forte componente autobiografica, popolato da una miriade di personaggi pittoreschi colti nel loro incessante movimento, in cui rivivono echi della tipica narrazione americana, soprattutto il tema twainiano della fuga, delle peripezie e dell'iniziazione dell'eterno adolescente. Ambientato in una brulicante, indimenticabile Chicago degli anni venti, il racconto segue le avventure del giovane Augie, che costretto ai margini della società si ingegna a sopravvivere passando da un mestiere all'altro. Con la partenza per il Messico, spinto da un'amante che lo convince ad accompagnarla ad addestrare aquile, inizia la sua picaresca avventura nel mondo; un viaggio rivelatore, fatto di mille incontri inaspettati, in cui anche le vicende belliche diventano occasione per scoprire le verità più riposte dell'esistenza umana.

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Una vocazione come la letteratura dovette misurarsi in un contesto politico pericoloso che si oppose dinanzi ad ogni cosa, esplicando un forte senso di libertà mancata. Dato che la letteratura funge da espediente per poter tornare in quel Cile, quel luogo sacro che sarà per sempre presente nel suo cuore e nei suoi libri, e da cui non volle tornare da vivo.


Titolo: La fine della storia

Autore: Luis Sepulveda

Casa editrice: Guanda

Prezzo: 17 €

N° di pagine: 208

Trama: Juan Belmonte, ex guerrigliero cileno che ha combattuto contro il regime di Pinochet, da anni ha deposto le armi e vive tranquillo in una casa sul mare, assistendo la sua compagna, che non si è mai ripresa dalle torture subite dopo il colpo di stato. Belmonte è un uomo stanco, disilluso, restio a scendere in campo. Ma il passato torna a bussare alla sua porta. Belmonte infatti è un grande esperto di guerra sotterranea e i servizi segreti russi hanno bisogno della sua abilità per sventare un piano ordito da un gruppo di nostalgici di stirpe cosacca, decisi a liberare dal carcere Miguel Krassnoff, ultimo discendente di una famiglia di cosacchi riparati in Cile dopo la Seconda guerra mondiale ed ex ufficiale dell’esercito cileno al servizio di Pinochet, condannato all’ergastolo per crimini contro l’umanità. Belmonte ha un ottimo motivo per odiare quell’uomo, un motivo strettamente personale... Dalla Russia di Trockij al Cile di Pinochet, dalla Germania di Hitler alla Patagonia di oggi, il nuovo romanzo di Sepúlveda attraversa la Storia del Novecento, raccontandone grandezze e miserie, per giungere infine alle pagine drammatiche in cui Belmonte gioca la sua partita finale.

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La felicità raggiungibile solo mediante il richiamo della stessa, mediante ragione ma anche verità che possiamo cogliere attraverso un processo di armonia, di coesione fra uomo e anima, uomo e natura.

Titolo: Piccole cose da nulla

Autore: Claire Keegan

Casa editrice: Einaudi

Prezzo: 13 €
N° di pagine: 104
Trama: Sono giorni che Bill Furlong gira per fattorie e villaggi con il camion carico di legna, torba e carbone. Nessuno vuole restare al freddo la settimana di Natale. Sotto la neve che continua a scendere, tutto va come sempre in quel pezzo d'Irlanda. Poi, nel cortile silenzioso di un convento, Bill fa un incontro che smuove la sua anima e i suoi ricordi. Lasciar correre, girarsi dall'altra parte, sarebbe la scelta più semplice, di certo la più comoda. Ma forse, per Bill Furlong, è arrivato il momento di ascoltare il proprio cuore. «Mentre proseguivano e incontravano altre persone che conosceva e non conosceva, si ritrovò a domandarsi che senso aveva essere vivi se non ci si aiutava l'uno con l'altro. Era possibile tirare avanti per anni, decenni, una vita intera senza avere per una volta il coraggio di andare contro le cose com'erano e continuare a dirsi cristiani, a guardarsi allo specchio?».

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Malinconico ma dolce, confortevole come un abbraccio non del tutto caldo ma sentito, nel quale è stata delineata una storia dal sapore agrodolce. Abbellita da minuziose curiosità, voli pindarici di fantasia, un tuffo nel passato in cui l’idea di raggiungere la felicità è un sogno che non si infrangerà del tutto. 


Titolo: L’innamorato indeciso

Autore: Edith Nesbit

Casa editrice: Elliot

Prezzo: 18, 50 €

N° di pagine: 320
Trama: Betty Desmond è la giovane e ingenua protagonista di questa commedia degli equivoci, ambientata tra l’Inghilterra edoardiana e la bohème parigina. Incredibilmente moderna per il suo tempo (fu pubblicata nel 1906), la storia si snoda attraverso le dinamiche di un quadrilatero amoroso che imprime una svolta imprevista all’educazione sentimentale della ragazza. Annoiata dall’austera vita condotta insieme al patrigno, pastore in una canonica della campagna inglese, Betty viene conquistata dal fascino di Vernon, un pittore che si diletta nell’arte del corteggiamento. Per stroncare quella frequentazione “pericolosa”, il patrigno si affretta a separarli e spedisce Betty a Parigi. In Francia, però, Betty e Vernon si rincontrano e riprendono a vedersi, mentre all’orizzonte si profilano un altro uomo e un’altra donna… Con il suo stile leggero e arguto, l’autrice accompagna il lettore, tra intrighi, incomprensioni e gelosie, alla ricerca di una risposta agli eterni quesiti del cuore: è possibile amare due uomini (o due donne) allo stesso tempo? Cosa muove davvero i nostri sentimenti?

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Impregnato da una sottilissima vena di drammaticità, è un romanzo semplice ma ipnotico che soddisfa già dalla copertina: uno splendido sole che tramonta ma anche sorgere, quando meno lo si aspetta. Avvincente. Intrigante che, per qualche giorno, mi ha reso passeggera di questa navicella letteraria.


Titolo: We are the ants

Autore: Shaun David Hutchinson
Casa editrice: Oscar Mondadori

Prezzo: 22 €

N° di pagine: 504

Trama: Henry Denton sa alcune cose, e altre no. Sa che sua mamma, mentre fuma una sigaretta dietro l'altra, lotta per tenere assieme la famiglia. Che il fratello maggiore ha mollato il college e messo incinta la sua ragazza. Che la nonna ha l'Alzheimer e lui la sta lentamente perdendo. E sa che l'anno scorso il suo fidanzato si è tolto la vita. Ciò che non sa è perché gli alieni abbiano scelto di rapire lui quando aveva tredici anni e perché tuttora la notte lo prelevino dal suo letto per portarlo a bordo della loro astronave. E non sa neppure perché il mondo stia per finire e perché i visitatori dallo spazio abbiano dato proprio a lui l'opportunità di impedire la catastrofe premendo un bottone rosso. Eppure tutto ciò è successo e lui ha 144 giorni per decidere cosa fare. Il fatto è che Henry non è sicuro che il mondo meriti di essere salvato. Almeno fino a quando non incontra Diego Vega, un artista con un passato segreto, che lo costringe a mettere in discussione le sue convinzioni, il suo posto nell'universo, e a chiedersi se tutto ciò abbia davvero importanza. Prima di salvare il mondo, però, Henry deve trovare il modo per salvare se stesso. Ma gli alieni non gli hanno consegnato un bottone per farlo.

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Titolo: La tormenta

Autore: Vladimir Sorokin

Casa editrice: Bompiani

Prezzo: 17 €

N° di pagine: 200

Trama: Platon Il'ic Garin, medico di provincia, cerca disperatamente di raggiungere il villaggio di Dolgoe, dove una misteriosa epidemia sta decimando la popolazione. Ha con sé il vaccino, ma il suo percorso è ostacolato da una tempesta di neve impenetrabile. Riesce a trovare un passaggio di fortuna, ma il viaggio, che dovrebbe durare solo poche ore, diventa un'esperienza quasi onirica, una spedizione fitta di incontri straordinari, fughe disperate, visioni confuse e avventure amorose in un paesaggio che deve molto alle campagne russe descritte da Cechov. "La tormenta" è un'opera che mescola sensibilità avanguardista e gusto per il grottesco, e nel solco di Lev Tolstoj ci offre un ritratto potente della Russia di oggi.

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Titolo: Le streghe di Manningtree

Autore: A K Blackmore

Casa editrice: Fazi

Prezzo: 18,50 €

N° di pagine: 336

Trama: Inghilterra, 1643. Il Parlamento combatte contro il re, la guerra civile infuria, il fervore puritano attanaglia il Paese e il terrore della dannazione brucia dietro ogni ombra. A Manningtree, una cittadina della contea dell’Essex privata dei suoi uomini fin dall’inizio della guerra, le donne sono abbandonate a se stesse; soprattutto alcune di loro, che vivono ai margini della comunità: le anziane, le povere, le non sposate, quelle dalla lingua affilata. In una casupola sulle colline abita la giovane Rebecca West, figlia della vedova Beldam West, «donnaccia, compagna di bevute, madre»; tra un espediente e l’altro Rebecca trascina faticosamente i suoi giorni, oscurati dallo spettro incombente della miseria e ravvivati soltanto dall’infatuazione per lo scrivano John Edes. Finché, a scombussolare una quotidianità scandita da malelingue e battibecchi, in città non arriva un uomo: Matthew Hopkins, il nuovo locandiere, che si mostra fin dal principio molto curioso. Il suo sguardo indagatore si concentra sulle donne più umili e disgraziate, alle quali comincia a porre strane domande. E quando un bambino viene colto da una misteriosa febbre e inizia a farneticare di congreghe e patti, le domande assumono un tono sempre più incalzante… Le streghe di Manningtree è la storia di una piccola comunità lacerata dalla lenta esplosione del sospetto, in cui il potere degli uomini è sempre più illimitato e la sicurezza delle donne sempre più minata.

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