Le
storie concepite dalla Meyer a molti potrebbero apparire semplici e poco
mature. In realtà non lo sono per niente, perlomeno per me, né così solenni da
decantare o osannare le grandi opere di Murakami o Auster. Eppure, così
estranei e lontani dal fragore del mondo mi hanno e mi stanno trascinando in
un'avventura davvero meravigliosa e indimenticabile. Tanto di arrischiare
qualche brusco pensiero sul finale, cosa che non mi capita spesso, che mi
conosco abbastanza.
E
intanto la serie delle Cronache lunari si avvia verso una strada da cui non si
potrà mai più fare ritorno …
Titolo: Cress. Cronache lunari
Autore: Marissa Meyer
Casa editrice: Mondadori
Prezzo:
19€
N° di
pagine: 446
Trama: Cress ha solo sedici anni e per gran parte della sua
vita ha vissuto prigioniera o, come preferisce dire lei, "damigella in
difficoltà" su un satellite in orbita nello spazio, dove gli unici
contatti con l'esterno sono avvenuti tramite Internet. Ed è proprio attraverso
la Rete che viene contattata dalla Rampion, la nave spaziale del capitano
Carswell Thorne, sulla quale viaggiano anche Cinder, Scarlet e Wolf. Cress,
infatti, negli anni di isolamento forzato è diventata una hacker eccezionale, e
proprio per questo motivo pare l'unica speranza per mettere in atto il piano di
Cinder e sconfiggere una volta per tutte la regina Levana e il suo terribile
esercito prima che invadano la Terra. Per farlo, però, Cinder e i suoi devono
prima di tutto liberare Cress. Peccato che, una volta approdati sul satellite
in cui è imprigionata, il piano non vada esattamente come previsto...
La
recensione:
Le
grandi storie d'amore non arrivano per caso. Tocca a noi scriverle.
Le
prime pagine di questo terzo volume delle Cronache lunari erano ancora
abbastanza calde da giustificare una bella ventata di aria gelida nella
navicella dove presero vita le sorti di Cress; per ordine di pubblicazione e di
comparsa, la quale ingenua e indifesa dovrà avviarsi lungo una strada da cui
non ci sarà via di scampo, affiancando Scarlet e Cinder in una guerra da cui si
decideranno le sorti di ognuno di loro, con le loro doti o capacità, forti e
ribelli pronte a qualunque cosa pur di ottenere la beatitudine eterna. Tutto
questo, dalla soglia della mia camera a sfondo bianco che mi circonda,
illuminava questo piccolo angolo e, coadiuvata da una fonte di luminoso
interesse e una certa curiosità che veniva da lontano, mi permise facilmente di
leggere e divorare questo terzo volume ogni qualvolta avevo occasione di farlo.
Tra me e i personaggi della Meyer si era creato un forte legame a cui hanno
preso parte uomini, creature di sessi e razze diversi, e le loro figure,
stanziate ai bordi dell'anima di questa storia, mentre erano intenti ad affannarsi
verso il futuro, l'oltre, si stagliavano nettamente contro i riquadri del
tempo. Inconsapevolmente avevo aperto una porta, un riquadro attraverso il
quale ho visto in fila gruppi di anime pronte a dichiararsi guerra, colmi sino
all'orlo di una rabbia bruciante. Ho potuto vedere, dagli angoli persino più
lontani, il bellissimo disegno realizzato dall'autrice; perlomeno l'avevo
intuito, ho avvertito la sua forza motrice e la passione indefinibile che
caratterizzano queste storie, dando un'occhiata su un mondo da cui sono quasi
sempre soddisfatta, nelle sembianze di opere che sono vissute con pianti, gioie
e sorrisi, guidata dalla voce carezzevole dell'autore.
Per
qualche giorno dopo l'arrivo di Cress, io, che non ho fatto altro che sedere
tranquilla nel mio morbido letto con il romanzo posto fra le gambe a mò di
leggio, quasi non ho fatto caso a ciò che accadeva attorno a me. Ammaliata da
una storia che dice tutto e niente, con il frastuono e i rumori da fuori che
non mi colpirono come quando giunsi alla fine dell'ultima pagina, trascurando
il mio piccolo angolo virtuale, ogni particolare, per cogliere invece i
particolari che costellavano questo terzo capitolo. Con la forza
dell'immaginazione ho tentato di vincere anch'io la brutale forma di
"peste" che lentamente si stava spargendo su tutto il
regno,contemplando la fiamma ardente che divampava nel mio cuore e quello dei
miei amici d'inchiostro così luminosa su chiunque, in un'unica danza, dopo aver
corso e avvertito il sapore della sconfitta e della paura. Perché, né sentire
sulla pelle il tanfo della paura che annunciava la presenza di figure forti e
ostili, né possedere una schiera di creature ancora acerbe ma coraggiose,
diedero alla mia anima un rammaricamento più grande di quello che avrei potuto
avvertire, scrutando l'anima di questa storia. Quest'atto infatti mi ha
inondato di un ubriacante felicità, di un accesso di soddisfazione che nacque
dalla certezza che i romanzi talvolta possono farmi raggiungere vette d'inspiegabile
entusiasmo.
Quello
di rileggere Cress, a qualche anno di
distanza dalla sua prima lettura, è stato quel tipo di lettura in cui ho potuto
decantarne la bellezza dall'inizio alla fine; piombo che ha equilibrato la mia
anima. Il contrappeso che mi ha impedito di finire china dinanzi alla
malinconia, che ha saputo sedurmi con toni scherzosi, avventurosi e avvincenti
nel momento in cui ho abbracciato per l'ennesima volta questo mondo. Sono stata
catapultata sopra su un satellite, su una navicella in rotta verso il pianeta
Blu, impedita a sentire il sole sulla pelle, riempiendomi i polmoni di aria
fresca. In una prigione che mi ha offerto una vista mozzafiato, un'orbita
completa intorno alla terra, ricca di oceani blu, nuvole turbinose e albe che
hanno infuocato metà del pianeta. Come la nuova eroina di questa terza avventura,
ho sognato attimi di profonda fusione spirituale, baci appassionati, audaci
fughe da evasione. Sotto un cielo che è una tavolozza di sfumature violacee che
virano progressivamente al blu scuro a un nero punteggiato di stelle, e che
sono adesso su di me come una coltre luminosa. Un cielo immenso e un intero
mondo pronti ad inghiottirmi.
Un
romanzo bellissimo, meraviglioso a cui non assegno il massimo dei voti
semplicemente per il ritmo un po' lento che costellano alcune vicende riguardo
Scarlet, eroina dei romanzo precedente. Una lettura che altri non è che un ode
alle favole, alla letteratura per l'infanzia, che ho accolto nel mio cantuccio
personale con un certo entusiasmo e che, restando saldo alla materia di cui
sono fatti i romanzi ma restando prigionieri di carne, bulloni, imballaggi e
vittime ferite, ci si domanda se incorrere la felicità sia tutto ciò che si
cerca da questo tipo di letture. Con l'anima tumefatta, provata, in compagnia
di creature dispensate o zeppe di emozioni, esemplari finiti della razza umana
che hanno già provato quello che c'era da provare.
Valutazione
d'inchiostro: 4 e mezzo
E' una serie che vedo ovunque ma ancora non l'ho letta, chissà che prima o poi non lo faccia perchè mi ispira parecchio
RispondiEliminaFammi sapere, Susy ☺☺
EliminaCiao Gresi, non sono amante del fantasy, ma dalle tue parole la serie sembra davvero bella :-)
RispondiEliminaTe la consiglio, se dovesse ispirarti ☺☺
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