Titolo: La donna delle rose
Autore: Charlotte Link
Casa editrice: Tea
Prezzo: 10 €
N° di pagine: 542
Trama: In preda a una profonda crisi personale e professionale, la
giovane berlinese Franca Palmer decide di rifugiarsi nell'isola di Guernsey,
nel canale della Manica. Qui trova alloggio presso un'antica villa a Le Variouf,
dove l'anziana inglese Beatrice Shaye si prende cura di uno splendido roseto.
Con lei vive Helene Feldmann, una tedesca trasferitasi sull'isola con il marito
ufficiale al tempo dell'occupazione tedesca durante la Seconda guerra mondiale.
Ben presto Franca si accorge che la sua presenza ha un effetto dirompente sul rapporto
fra Beatrice e Helene, un rapporto che in realtà nasconde odi e rivalità, mai
sopiti risalenti agli anni della guerra.
La recensione:
Tornai
nella straordinaria Germania di una delle mie autrici preferite con qualcosa
che mi solletica ancora la pelle. Si tratta di qualcosa che mi ha detto la
Link, ecco. Un'eco, o forse un collegamento che ha richiamato la mia
attenzione, ma il resto della storia mi ha spazzata via. Non vedevo l'ora di tornare
in Germania e dalla Link!
Nei
suoi romanzi si respira un aura tetra, malinconica, sotto la quale gruppi di
anime dannate e contrite scendono a picco da montagne insormontabili di vite
travagliate, caotiche, quasi sempre dilaniate dal passato, sotto i quali la
mano dolce e sofisticata della sua creatrice fornisce un' inattesa postazione
privilegiata da cui guardare ogni cosa. E fu su questa postazione che mi fermai
tornando da casa mia al cottage di Villa Le Variouf.
Lo
spettacolo, come al solito, è stato magnifico. La casa, il cottage, i suoi
conquilini, tutto ciò che la Link mi spiattelò in faccia fu magnifico. Uno sbaffo
di azzurro contro il grigiore della vita. Le scene turbolente di Nobody o di Oltre le apparenze erano completamente spariti. Restava solo un
segreto nascosto nel tempo, l'amore per il passato e le sue consueguenze,
gruppi di fantocci che hanno vita propria ma di cui la Guerra o i rimpianti di
una vita sempre uguale a se stessa li hanno resi vuoti. Piatti, disillusi e
soli, impegnati nell'affannosa ricerca di una strada che li possa condurre alla
redenzione. Elementi non di certo più adatti per aprirsi agli elementi di una
scrittura che in un certo senso mette i brividi. Innumerevoli opere in passato
mi hanno confermato questa mia idea. Al pari di La donna delle rose, in cui la protagonista cerca riparo, dagli
assalti esterni della vita, in un giardino di rose. La scrittura in sé resta
pressochè intatta, evocativa, semplice e allo stesso tempo ricercata, sebbene a
giudicare della mole e dalla corposità delle vicende e della narrazione sarebbe
stata una lettura che mi sarei trascinata con una certa fatica. E in un certo
senso così è stato. Ma è stato davvero necessario tanta insistenza? E' stato
davvero necessario proseguire lentamente su una strada costellata da difficoltà
o ostacoli? Eppure, nel momento in cui Beatrice, Franca, Michael, Edgar presero
vita, sembrarono aderire alla mia anima come una seconda pelle; quel genere di
personaggi ancora in vita, chiari e tangibili pronti a rinascere sotto i miei
occhi nel momento in cui decisi di trattenermi il tempo necessario.
Ci
sono state quasi seicento pagine a tenermi compagnia. Sfogliate con avidità sotto
il fragore del mondo, catturata dall'aspetto evanescente della casa attraverso
i suoi personaggi. Questo elemento accrebbe il mio interesse nei riguardi di
questa lettura, ed io volli provarci.
Un
leggero movimento a margine di un inquadratura sempre precisa, diretta, scevra
di dettagli ma ricca di elementi che mi permisero di scorgere qualcosa nel
giardino incolto dell'anima di ognuno dei personaggi. Si trattava di un punto
chiave delle innumerevoli vicende che centellinano questa meravigliosa storia?
Incuriosita, la messa fuoca non aveva bisogno di essere sistemata meglio e mi
imbarcai in questo straordinario viaggio per raccogliere tutti i pezzi che la
Link ha smistato in ogni dove e, dall'altra parte, le emozioni, le pulsazioni
di cuori impulsivi, delusi, insoddisfatti, come un lugubro sbaffo di grigio.
Tornando
fra le pareti bianche della mia stanza non ricevetti alcuna spiegazione sulla
mia avventura linkiana. La sua autrice mi accolse con caloroso affetto, il
grigiore di giornate monotone e un po tristi si era insinuato sotto le pelle,
raccolto in questo lasso di tempo in cui mi sono trascinata La donna delle rose. Nel mio santuario
magico, questo romanzo mi aveva aperto le porte a un nuovo mondo scoprendo il
tutto da una finestra sofisticata e ridotta, in cui l'oscurità che vi aleggiava
tutt'attorno si ridusse notevolmente.
E'
passata qualche ora da quant'è che mi sono congedata dalla Link e dai suoi
personaggi, ma a me sembra un'eternità. L'effetto devastante, rabbuiante di
questa cortina di tristezza, di insoddisfazione, di rassegnazione in cui è
spesso presente e mai del tutto mi proiettava fuori da questo parallelismo, La donna delle rose arrivò tardi a uno
dei miei innumerevoli incontri annuali. E' stata una storia bellissima,
evocativa, avvincente e entusiasmante che tuttavia mi ha lasciata dubbiosa, per
tutto il corso della lettura, se le ombre che accompagnano i suoi figli di
carta derivassero dai ricordi di dolori passati o da qualcos'altro.
La
fine di questo mio spericolato viaggio tolse ogni dubbio che mi teneva olmeggiata
al tempo. Ho ascoltato questa storia, scrivendo e prendendo appunti, quando al
giorno scovavo ogni momento libero e quando leggevo era la storia che la Link
si tiene dentro a fare costantemente da sfondo ai miei pensieri. E' stato come
vivere eternamente fra le sue pagine. Non volevo assolutamente emergere, potevo
benissimo restare sdraiata sul divano per ore e ore a leggere le impelacate
vicende di Beatrice ritagliando qualche piccola pausa fra un pasto e un altro.
Penso che questo abbia conseguito parecchio il mio stato d'animo.
La donna delle rose è stata una
lettura molto bella, in cui si verificano alcuni episodi di spicco su cui ho
annotato riflessioni nella mia agenda personale. L'esaltazione per un elemento
naturale, insignificante per molti, da cui si dirameranno innumerevoli vicende,
la bellezza di scenari visivi noti o mai visti, freddo, quasi ostico, che
impunemente batte sull'orologio della vita quasi non avesse bisogno di
reclamare la nostra attenzione. Il mondo esterno stretto da ogni parte, così
tangibile, così impenetrabile, incontestabile come una foresta, dipinto
mediante attimi di vita trascorsi in compagnia dei suoi personaggi.
In
queste pagine ho voluto fuggire nell'apparente silenzio della natura, nel muto
carcere di una lunga riflessione sulla vita, nell'ineffabilità di un sogno
irrealizzabile, nella musicalità di contatti o sentimenti sparsi come piccole
particelle nell'etere. Una bella voce, chiara e suadente, mi aveva trascinato
dinanzi a tutto questo. Io non ho potuto non donargli un certo valore. Non sono
stata strappata dalla realtà con ogni cognizione di causa, ma, quasi senza
rendermene conto.
La donna delle rose è una pagina
che respira, luccica, rientra nel poderoso volume della vita. Un sogno che ti
induce a perderti in un vasto giardino di rose, ad ascoltare mentalmente la
voce ammaliante dell'autrice, come se fosse indirizzata a te, con parole che
sembrano appartene a te soltanto, aiutando nel momento del bisogno.
Valutazione
d'inchiostro: 4
Che bella recensione, molto accurata!
RispondiEliminaGrazie mille! ❤❤
Eliminami piace molto questa autrice, questo ancora mi manca ma segno!
RispondiEliminaGià, anche a me! Io ho letto quasi tutto di suo, ma quest'anno ho deciso di completare quelle saghe che ho iniziato e abbandanato. E fra queste ci sono anche i romanzi della Link ;)
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