In questo
momento, ora che ho riposto il romanzo sullo scaffale, so di essere ancora preda
di sentimenti contrastanti. Siracusa
è stata indubbiamente una lettura interessante, a tratti evocativa a tratti avvincente
che nasconde una parte di se che ama essere scoperta, come una bambina che ama
essere sorpresa, istruita, guidata proprio come i suoi personaggi.
L'immagine
ossessiva di un amore non ricambiato, insano, persecutorio e possessivo in cui
la donna ridiventa bambina, l'uomo un individuo quasi privo di sostanza, da
preda cacciatrice, da cacciatore a preda, così traditi, sopraffatti, risucchiati
in un vortice di follia e depressione che domina sulla scena esattamente con la
stessa sensualità con cui l'autrice muove i suoi personaggi. Affermando il loro
essere donne o uomini, credendo di poter tenere a bada emozioni o sentimenti di
cui non se ne conosceva nemmeno l'esistenza.
Titolo: Siracusa
Autore: Delia Ephron
Casa editrice: Fazi
Prezzo: 17, 50 €
N° di pagine: 332
Trama: Due coppie vanno in vacanza insieme in Sicilia: Michael e
Lizzie, raffinati newyorchesi, lui scrittore e madre oppressiva, vengono dal Maine
e viaggiano con la figlia Snow, una bambina strana e taciturna. Non si tratta
di amici di vecchia data, anzi; la confidenza è scarsa. Un invito nato quasi
per scherzo, durante una serata piacevole passata insieme, uno slancio di
entusiasmo, e i quattro americani si ritrovano in vacanza insieme dall'altra parte
dell'Atlantico. Ben presto spuntano gelosie e rivalità, bugie, attrazioni
incrociate e antipatie neanche troppo celate. In una danza perfetta di luci e
ombre, sotto il sole cocente di Siracusa cominciano a addensarsi zone oscure.
Finchè, a complicare ulteriormente le cose, spunta da lontano, ma si fa sempre
più ingombrante, la presenza della giovane amante di Michael. E la vacanza
prende una piega inaspettata …
La recensione:
Una volta che
li hai dette le parole sono irrecuperabili. Possono essere bombe.
Il
fascino nei riguardi di questo romanzo, mista a una buona dose di curiosità e
interesse, crebbe nel momento in cui cominciai a pensare quale fosse il vero intento
dell'autrice. L'esordio di Delia Ephron ha sollevato un polverone di domande,
interrogativi che non hanno avuto propriamente una vera risposta ma un chè di
moderato che alla fine hanno reso ai miei occhi Siracusa una lettura godibilissima. Si osserva uno scenario
famigliare, personaggi che dominano sulla scena con una certa attinenza. Si
osserva anche come ho deciso di inoltrarmi e adempiere ai miei doveri di
lettrice, ho scelto di mettermi nella situazione di rivelare qualcosa che era
rimasto nascosto nell'ombra, e in questo modo sono andata alla ricerca del
dolore. Che uomini o donne di questa storia non abbiano sofferto, chi in un modo,
chi in un altro, non è propriamente una novità. Al giorno d'oggi vi sono un
mucchio di romanzi che giocano fra luce e oscurità, felicità o depressione.
Allo stesso modo vi sono romanzi come quello della Ephron in cui si avverte una
certa sofferenza, si resta amareggiati di vicende che in effetti non ci
appartengono, e questo mi ha fatto vedere questa lettura come qualcosa di
innovativo. Un modo in cui vi ho cercato rifugio dagli assalti esterni.
Adattamento.
Voglio cibarmi di storie che possano nutrire la mia anima semplice.
E'
un senso d'insoddisfazione provocato da una vita sempre uguale a se stessa.
Sono convinta che i libri siano una scialuppa di salvataggio dinanzi a un mare
in tempesta. La Ephron mi ha parlato così bene di questa storia, che alla fine
ha stregato anche me. Il mio primo interesse fu riservato a una splendida cover
in rosso e blu. Molti lettori forse ignorano le bellissime cover con cui sono
rivestiti certi romanzi, eppure prima ancora lo leggessi dubitavo che Siracusa non mi piacesse perché già solo
dalla sua copertina era bellissimo. Questo e tanti altri motivi si
manifestarono nel momento in cui una nuova sfida indetta su Facebook mi vide
impegnata nel cercare romanzi dove ci fosse un cappello. Sono stata
indifferente per qualche mese, e persino adesso, mi sento tremendamente
romantica a scrivere tutto questo! Ma dopo … Se non fossi così calorosa e
impulsiva, non penso mi preoccuperei così tanto quando un romanzo delude le mie
aspettative. E fortunatamente non è andata così …
Nonostante
le innumerevoli gioie tremende che sono stati impartiti a Lizzie, Michel, Fin e
Taylor non avevo mai provato così tanta amarezza. Questo mio sentimento trapela
dopo un vero e proprio cammino disseminato da litigi, tradimenti, costellato
qua e là da qualche spasso romantico.
Dai
suoi sogni proibiti Delia Ephron seleziona il desiderio, l'insoddisfazione
morale e fisica mediante la punizione spirituale, l'abbandono o l'umiliazione
come un sogno crudele e ingiusto. Un sogno timoroso, impotente. Questo penso
derivi da un senso di colpa profonda per aver tradito, per non essere stati
ricambiati. Sono sicura che in seguito i personaggi della Ephron avranno
trovato modo di riscattarsi, ma è una punizione quella a cui si va incontro.
C'è sempre un prezzo da pagare. E si soffre, perché si ricorda le sofferenze
sopportate da cuori fragili racchiusi in cisterne di sogni e desideri infranti,
quando qualcuno invade la propria sfera personale e li induce a nutrire
sentimenti negativi.
Mi
sono sentita triste, amareggiata, confusa, quasi impotente. Lizzie, Michael,
Fin, Tyler hanno avvertito un tremendo bisogno di vivere. Ma cosa fare se il
dolore di vivere è niente in confronto al dolore di un analisi interiore
minuziosa e precisa? Aspirazioni, libertà, sesso, potere, il modo come mutano
questi personaggi riassume tutto ciò che si crede a proposito della vita: da un
male nasce sempre un bene e tutte le assurdità finiscono pur di giocare a
nostro favore. Per come la vedo io, l'autrice non si è fatta scrupoli a
dipingere una storia che non ha bisogno di giri di parole per essere
considerata drammatica. E da qui penso possa cogliere una parte della sua
anima. Lizzie e Mathew hanno sognato, così come Taylor e Finn, la soddisfazione
morale che li potesse rendere migliori di quel che effettivamente sono.
Combattenti, ma adattandosi alle novità della vita.
Siracusa coglie
perfettamente l'impossibilità dei protagonisti a vivere la vita con quegli
effimeri piaceri, quegli strabilianti giochi di luci e ombre che indorano
qualunque cosa. La Ephron è stata brava a evidenziare ogni cosa offrendomi la
possibilità di capire il perché alla fine tutto ciò che desiderano non si
avvera, e, come i romanzi di Fitgerald, sapeva che quello a cui sarei andata
incontro non sarebbe stato un lieto fine.
Giovani
ambiziosi, vanitosi e superficiali che gettano una particolare importanza al
decoro, alle conformità del secolo, il tutto racchiuso in un romanzo che a me è
piaciuto, con lo spirito vivace dell'autrice che aleggia ancora attorno a me.
Ho così potuto godere della libertà di decidere la mia vita, attribuirne una
certa importanza, constatando che quello che non mi è negato è invece un
vincolo per le creature idealizzate dall'autrice.
Un
romanzo molto bello, particolare, sofisticato e di forte impatto in cui si
entra a contatto con mondi diversi, incompleti, inconsistenti, in cui si lotta
per le emozioni e gli istinti. Una favola moderna che ha vasti echi alla
letteratura inglese dei primi anni '20, realizzata mediante una danza di parole
che hanno un suono rasserenante, dolce, quasi piacevole come il toccante
effetto di una litania.
Voler essere
come gli altri è una cosa stupida. Voler essere come gli altri è un'idiozia. La
cosa importante è distinguersi.
Valutazione
d'inchiostro: 4
non avevo sentito parlare di questo romanzo ma è molto interessante =)
RispondiEliminaLo è anche la sua lettura ;)
Eliminache bella recensione, sei sempre bravissima ma questa mi ha colpita particolarmente. Non credo che questo libro faccia per me ma le tue parole mi hanno colpita
RispondiEliminaMa grazie mille <3
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