Titolo: Resto qui
Autore: Marco Balzano
Casa editrice: Einaudi
Prezzo: 18 €
N° di pagine: 192
Trama: Quando arriva la guerra o l'inondazione, la gente scappa. La
gente, non Trina. Caparbia come il paese di confine in cui è cresciuta, sa
opporsi ai fascisti che le impediscono di fare la maestra. Non ha paura di
fuggire sulle montagne col marito disertore. E quando le acque della diga stanno
per sommergere i campi e le case, si difende con ciò che nessuno le potrà mai
togliere: le parole. L'acqua ha sommerso ogni cosa: solo la punta del campanile
emerge dal lago. Sul fondale giace il mistero di Curon. Siamo in Sudtirolo,
terra di confini e lacerazioni; un posto in cui nemmeno la lingua che hai imparato
da bambino è qualcosa che ti appartiene fino in fondo. Quando Mussolini mette al
bando il tedesco e perfino i nomi sulle lapidi vengono cambiati. allora non
resta che scegliere le parole una a una per provare a raccontare. Trina è una
giovane madre che alla ferita della collettività somma la propria: invoca di
continuo il nome della figlia, scomparsa senza lasciare traccia durante gli anni
del fascismo. Da allora non hai mai smesso di aspettarla, di scriverle nella
speranza che le parole gliela possano restituire. Finchè la guerra viene a bussare
alla porta di casa, e Trina segue il marito disertore sulle montagne, dove entrambi
imparano a convivere con la morte. Poi il lungo dopoguerra, che non porta
nessuna pace.
La recensione:
Precipitiamo.
Ma senza morire. Restiamoo avvolte da un acqua tiepida. Nuotiamo privi di peso.
Torniamo a essere l'una il mondo intero dell'altra.
Questo
mio repentino viaggio nella solitudine di una città urbana, recisa dal peso
delle sofferenze e dall'autorità di un despota che spazza al suolo ogni rimasuglio
di felicità, ha generato in me un irraggiungibile avversione alla brevità, talvolta
mediante uno stile conciso e troppo diretto, per cui è stato raccontato questo
romanzo, precludendo così le mie aspettative - quelle a cui desideravo aspirare
a seconda della vocazione dell'autore - a niente. Ma non è stato tutto così
inutile, insoddisfacente, freddo, come sembrava; ho sprecato una manciata di
ore a rincorrere un'idea di felicità che disgraziatamente per me non è coincisa
con quella dell'autore. Eppure, avendo già letto qualche romanzo del genere e,
l'autore, Marco Balzano, vinse il premio Strega del 2018, pensai che l'idea di approcciarmici
poteva essere un esempio giusto per comprendere appieno questa vittoria. Le parole
come unico mezzo per sopravvivere, benefiche, dolci, placide, antidoti contro
gli assalti esterni della vita; la Storia come matrice da cui si diramano
personaggi, cose o persone, sovrana di un paese dimenticato persino da Dio; un
inondazione che ha sommerso persino la parte centrale di un campanile. Questa
inondazione, quindi, dopo un adeguato giro turistico per farmi un'idea qualificata
di dove fossi capitata, fu quella vocazione che garantì all'autore la libertà
di scrivere una storia semplice, priva di pathos, diretta e concisa su un tema
piuttosto attuale: la seconda guerra mondiale.
Così
ho trovato Trina e il suo amato Erich, prostati dinanzi all'autorità del Fascismo,
della Dittatura. sopravvissuti a una guerra di cui si avverte già il sentore.
Questo
campanile che svetta ai piedi di un monte di una piccola cittadina che occupa
una piccola falce di terra sul suolo italiano, vi ho potuto accedere mediante i
ricordi che sono sopraggiunti all'autore per mezzo di un viaggio di piacere,
che Balzano la scelse come rifugio letterario.
Fra
le sue pagine non si gode per la vita all'aperto, per quel poco che la vita
continua comunque a riservarci e per ciò che ne consegue, bensì ci si sente
inzuppati di un forte senso di malinconia che prende quando ci si imbatte nella
storia di Trina, al declino del suo continuare a combattere inutilmente.
Resto qui mi ha dato
l'opportunità di scoprire una nuova faccia sulla vita e sull'umanità. La sua
lettura ha scandito sprazzi di vite lontane, disgraziate, che hanno subito abbastanza
da giustificare un po' di pace nel loro spazio privato.
Per
tutto il corso della lettura la mia coscienza è stata continuamente pungolata da
come è stata delineata questa storia. Forse smarrirsi tra le pieghe di un'idea
irresistibile, osservare il filo bianco che si srotola dalla punta di una
semplice penna che si avvolgono in parole sono concezioni piuttosto lontane dalla
mia idea di <<bello >> o << indimenticabile >>. Il romanzo
di Balzano, sebbene agli occhi del mondo è apparso come effettivamente è - un
tentativo per apparire sul mondo -, rende unicamente giustizia a qualcosa di
ben studiato e approfondito.
La
Storia con ogni suo aspetto tragico - comico nel romanzo di Balzano è rievocata
come il bruciore di una ferita non ancora rimarginata. Rapportandosi agli altri,
mediante qualcuno che ci insegna qualcosa.
La
complessità dei miei sentimenti consolidò con la certezza di trovarmi sulla
soglia di un teatro fantasmagorico di situazioni, ricordi o episodi che solo dalla
scrittura se ne può trarre vantaggio. Una curiosità ardente mi aveva strappata
dalla monotonia del giorno per fiondarmi fra le pagine di un caso editoriale.
Fra le pagine di questo elemento essenziale, la guerra, e sebbene la violenza è
qui quasi del tutto accennata, ciò non impedisce di sentirci afflitti.
Resto qui è un
continente inquieto popolato da una certa scarsità di elementi narrativi che
solitamente mi piace riscontrare nei miei romanzi preferiti. La visione di una
vastità di elementi incompleti ed eccessivamente vaghi, che seppure la
solennità del tema trattato, alludono a cose che non hanno battito ne voce. Aspettano
sotto l'ombra per essere chiamate ed evocate alla perfezione, prima che il
fuoco della vita se le prenda e le ammutolisca.
Valutazione
d'inchiostro: 3
Un'altra bella recensione :)
RispondiEliminaGrazie, Ilaria ❤❤
EliminaSembra una storia interessante, forse non è esattamente del mio genere preferito, ma comunque ci penserò :)
RispondiEliminaMi ha incuriosito perché vincitore del premio Strega dell'anno scorso. Come visione sociale e politica è un trattato alquanto fedele e sovversivo, ma a me non è piaciuto particolarmente proprio per questo aspetto. Il resto infatti, gli altri personaggi, le altre storie, restano ai margini. E questo un po esplica la mia valutazione ☺
Eliminaho letto un libro di Balzano, il figlio del figlio, ma non è andata bene
RispondiEliminaDavvero? Questo romanzo che citi non lo conoscevo, ma ho voluto leggere questo in quanto vincitore de Il premio Strega. Non è una lettura malvagia, ma l'aver analizzato l'aspetto sociale e conformista e aver lasciato in sospeso altri aspetti, beh questo fattore ha influenzato il mio voto ☺☺
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