venerdì, giugno 07, 2024

Sulle ali della letteratura: la libertà di parola

Quando parlo di cura, curarsi con i libri, naturalmente non mi riferisco al semplice gesto di ingoiare storie su storie, in ogni momento libero della nostra giornata. Vuol dire purificare la propria mente, il proprio spirito e usarla per sostenere il processo di guarigione, dinanzi al sentiero insidioso della vita, può voler dire leggere un testo che per molti non significa niente per me equivale il respiro di tutt’una vita. Andando così in diversi posti, sballottata da un luogo ad un altro, capita quel momento in cui ci si sente a casa, ci si radica in un posto in cui possiamo << respirare >>. Respirare equivale a avvertire un forte senso di libertà, di pace e partecipando alla vita che stava per formarsi in queste pagine, respirando la loro essenza, questa carrelata di romanzi esplica quel genere di libertà utile non solo per la mia esistenza, ma anche per chiunque, non togliendo niente che non abbia già detto in altri post, in altri momenti, ai rischi di cadere nella ripetizione e  nel banale. Ma convergono - unica cosa primordiale - nell’idea che curare una malattia, quando insorge, come del resto si impegna di fare la medicina odierna, prevenendo tali malattie vivendo diverse vite in cui il corpo è in armonia e la mente è in pace.

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Il capitalismo aveva sottratto l’immaginazione, il sogno, poichè laboratorio dell’inconscio dove la psiche esiste e procrea e dove la natura intima dell’uomo può creare e vivere, questa terza raccolta di diari non divine solo congiunzione fra anime quanto epidemia fra artisti, espediente per guardarsi dentro, in cui l’esterno è lontanissimo da qualunque congiunzione. Soggetta ad uno stato di psicoanalisi che assolve e dissolve le allucinazioni, i mondi costruiti della Nin hanno a che fare con dissolvenze false, sovrastrutture che ristabiliscono la vita a seconda di ciò che è più umanamente semplice.


Titolo: Diario 3

Autore: Anais Nin

Casa editrice: Bompiani

Prezzo: 13 €

N° di pagine: 452

Trama: Per Anaïs Nin saranno anni difficili, questi primi anni Quaranta a New York, anni di frustrazione e di isolamento, ma anche di maggior consapevolezza di sé e quando il terzo volume del diario si chiude, sull'anno 1944, la Nin è ormai una scrittrice nota e ammirata negli Stati Uniti. In Europa e nel mondo infuria la guerra e nel diario ne arrivano continui gli echi, a suscitare reazioni smarrite e impotenti. Contro la distruzione e l'orrore della guerra, come contro orrori più vicini e domestici - la situazione dei neri, le malattie o il bisogno di denaro da parte dei suoi protetti - Anaïs Nin tenta di costruire un suo mondo "vivibile", fatto di amicizia e di amore, di cure sollecite per le persone che le sono più care.

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Il congegno artificioso delle emozioni, dei ricordi, esposti quasi sempre ai venti della vita, uno stile nevrotico e frenetico, mi hanno consentito di calarmi nel vivo di un mondo al'apparenza popolato da cartoni animati, di personaggi drammatici che scontano fino alla fine il mestiere della vita. Accadimenti tutti diretti verso la dissolutezza di Gatsby, ma anche di Nick, Dasy, con tracce di autolesionismo autobiografico.


Titolo: Il grande Gatsby

Autore: Francis Scott Fitzgerald

Casa editrice: Feltrinelli

Prezzo: 8,50 €

N° di pagine: 230

Trama: Il grande Gatsby ovvero l'età del jazz: luci, party, belle auto e vestiti da cocktail, ma dietro la tenerezza della notte si cela la sua oscurità, la sua durezza, il senso di solitudine con il quale può strangolare anche la vita più promettente. Il giovane Nick Carraway, voce narrante del romanzo, si trasferisce a New York nell'estate del 1922. Affitta una casa nella prestigiosa e sognante Long Island, brulicante di nuovi ricchi disperatamente impegnati a festeggiarsi a vicenda. Un vicino di casa colpisce Nick in modo particolare: si tratta di un misterioso Jay Gatsby, che abita in una casa smisurata e vistosa, riempiendola ogni sabato sera di invitati alle sue stravaganti feste. Eppure vive in una disperata solitudine e si innamorerà immensamente della cugina sposata di Nick, Daisy.

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Nelle stanze buie e polverose dell’anima della sua autrice, offrendoci come spettacolo qualcosa di malinconico, che resta ai bordi, a cui fanno da cornice personaggi che entrano nella lotteria della vita, e che cadono in questa torbida malinconia come gelatina. Inconsapevoli del loro vagabondare e le cui uniche avventure si svolgono fra bianche e candide lenzuola. O, per essere più precisa, fra le fronde verdeggianti di un luogo misterioso e cupo.

Titolo: La foresta della notte
Autore: Djuna Barnes

Casa editrice: Adelphi
Prezzo: 12 €

N° di pagine: 176

Trama: Al centro della Foresta della Notte dorme la Bella Schizofrenica, in un letto dell'Hotel Récamier. T.S. Eliot, accompagnando questo libro alla sua uscita, scrisse che vi trovava «una qualità di orrore e di fato strettamente imparentata con quella della tragedia elisabettiana». E presto il romanzo sarebbe diventato una leggenda. La foresta della notte è del 1936.

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Il silenzio, l’incoscienza, la mancanza di comprensione, l’inconsistenza sono alcune di quelle forme che attanagliano i sensi, attutiscono i suoni, abissi insondabili che non hanno una loro specifica collocazione ma da quali si intravedono sprazzi stretti e melmosi dell’anima.

Titolo: Il richiamo del corno

Autore: Sarban

Casa editrice: Adelphi

Prezzo: 12 €

N° di pagine: 191

Trama: Quando Alan Querdilion, un ufficiale della Marina britannica, si risveglia nel letto di uno strano ospedale sono passati centodue anni, il mondo non è più lo stesso e lui si ritrova imprigionato in un incubo. I nazisti hanno vinto la seconda guerra mondiale e regnano incontrastati. I prigionieri-schiavi vengono allevati e trasformati nella selvaggina di un feroce sovrano. Un terrore remoto e indicibile si impossessa lentamente di Alan: è "il terrore che si prova ad essere cacciati". Qualcosa di notte si muove nella foresta e brama sangue. Lo sente avvicinarsi da lontano, preceduto dal suono di un corno. Sono note isolate, appena avvertibili, separate da lunghi intervalli, "ognuna così solitaria nel buio e nel silenzio assoluto, come un'unica vela su un vasto oceano". Poco dopo la fine della guerra, e ben prima che il genere distopico infuriasse fra i lettori di tutto il mondo, un diplomatico inglese estremamente discreto, che passava da una sede all'altra del Medio Oriente, scriveva questo piccolo romanzo, che fa pensare a un racconto di Wells, e dove all'immagine di un futuro alternativo governato dai nazisti si sovrappone ben presto la terrificante visione di un mondo capovolto e arcaico, regolato dalla caccia fine a se stessa. Ossessione ricorrente da varie migliaia di anni fino a oggi, e forse oggi più che mai. Con una nota di Matteo Codignola.

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Affiancare Isabel, nella vana ricerca di una libertà senza limiti, aver avvertito le sue paure e insicurezze, è stato davvero fantastico. Il tutto condensato in oltre 500 pagine di un affresco affascinante, moderno. Bello, sorprendente, zeppo di rivelazioni toccanti, su cui predomina l'amore e una certa malinconia.

Titolo: Ritratto di signora

Autore: Henry James

Casa editrice: Bur

Prezzo: 12 €

N° di pagine: 535

Trama: Il ritratto di una Nuova Ragazza Americana, ricca di speranze e desiderosa di indipendenza, imprigionata nelle reti di un'Europa seducente e pericolosa. Dall'apparente dolcezza dei giardini inglesi agli intrighi dei salotti fiorentini e allo splendore non più consolatorio di una Roma ostile, Isabel compie la sua parabola alla rovescia, verso il sacrificio e la rinuncia, mentre intorno e dentro di lei si disgrega per sempre il romanzo tradizionale, dalle cui ceneri nascono i turbamenti del moderno.

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Memoria di vita rubata, strappata e poi restituita, dinanzi al fragore del mondo, baluardo in cui ci si oppone con resistenza al mutamento, alla transizione in cui gli eventi nascono dal desiderio di condivisione e comprensione, mai l’esperienza di riabbracciare un autore come in questo periodo mi ha reso più viva, più felice, grata di aver registrato minuziosamente impressioni, ricordi o luoghi comuni che resteranno nella mente, specialmente nella mia, come immagini di alta qualità.

Titolo: Tempesta in giugno

Autore: Irène Némirovsky
Casa editrice: Adelphi
Prezzo: 20 € 

N° di pagine: 339

Trama: «Irène Némirovsky» ha scritto Pietro Citati «possedeva i doni del grande romanziere, come se Tolstoj, Dostoevskij, Balzac, Flaubert, Turgenev le fossero accanto e le guidassero la mano». Per tutti coloro che dal 2005 (anno della pubblicazione di Suite francese in Italia) hanno scoperto, e amato, le sue opere, questo libro sarà una sorpresa e un dono: perché potranno finalmente leggere la «seconda versione» – dattiloscritta dal marito, corretta a mano da lei e contenente quattro capitoli nuovi e molti altri profondamente rimaneggiati – del primo dei cinque movimenti di quella grande sinfonia, rimasta incompiuta, a cui stava lavorando nel luglio del 1942, quando fu arrestata, per poi essere deportata ad Auschwitz. Una versione inedita, e differente da quella, manoscritta, che le due figlie bambine si trascinarono dietro nella loro fuga attraverso la Francia occupata, e che molti anni dopo una delle due, Denise, avrebbe de­votamente decifrato. Qui, nel narrare l'esodo caotico del giugno 1940, e le vicende dei tanti personaggi di cui traccia il destino nel suo ambizioso affresco – piccoli e grandi borghesi, cortigiane di alto bordo, madri egoiste o eroiche, intellettuali vanesi, uomini politici, contadini, soldati –, Némirovsky elimina tutte le fioriture, asciuga e compatta; non solo: ricorrendo alla tecnica del montaggio cinematografico, limitandosi a «dipingere, descrivere», sopprimendo ogni riflessione e ogni giudizio, conferisce a questo allegro con brio un ritmo più sostenuto – e riesce a trattare la «lava incan­descente» che ne costituisce la materia con una pungente, amara comicità.

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Quando si anela a scovare un luogo, un posto che possa essere quella fugace combinazione fra ciò di cui è davvero importante e ciò che non lo è. Mai una donna, una madre che si prese cura di questi bambini cresciuti e allevati come selvaggi, eppure ecco Peter, il selvaggio di turno, ecco il ragazzino reduce di svariati avvenimenti che l’hanno reso ciò che è. Probabilmente molti non ameranno l’eterno Peter, specialmente coloro che al giorno d’oggi sono affetti da tale sindrome. Eppure il romanzo di Barrie, al di là della storia dell’Isola, divenne famosa per la caratterizazzione che l’autore attibuisce a Peter, forse addirittura indecente, da parte di un’adulto lasciarsi andare a certe confidenze ad un pubblico così giovane, ma il piglio e la magia celata in queste pagine sta proprio nel tono entusiasta che è stato conferito nello sciorinare tutto ciò. 

Titolo: Alice, Dortothy e Wendy

Autori: Lewis Carroll, L Frank Baum, James Matthew Barrie

Casa editrice: Oscar Vault

Prezzo: 24 €

N° di pagine: 540

Trama: Alice e le sue avventure nel favoloso Paese delle Meraviglie, di là e di qua dallo specchio. Wendy, l’amica di Peter Pan che per molti lettori è la vera eroina nei romanzi con il bambino che non vuole crescere. Infine Dorothy, la piuccola protagonista portata da un tornado nel fantastico mondo di Oz.

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Cosimo, impavido e bizzarro personaggio, che trascorrerà i giorni della sua vita sulla cima di un frondone, prima oziando tutto il giorno poi esplorando il mondo circostante come un fine conoscitore di svariati argomenti, non solo di chi stanziava per qualche momento sotto le sue fronde ma anche di chi ha fatto parte dell’infanzia di Cosimo, del modo diverso di osservare le cose mediante immaginazione, del piacere e la frustazione di accettare quella sfida che ci insegna come, per svariati motivi, talvolta è necessario esporsi per risparmiarci l’umiliazione di essere delusi.


Titolo: Il barone rampante

Autore: Italo Calvino

Casa editrice: Mondadori

Prezzo: 11 €

N° di pagine: 240

Trama: Il 15 giugno del 1767 il baroncino Cosimo Piovasco di Rondò decide di salire su un albero del suo giardino e da lì non scenderà per il resto della sua vita. Quello che all’apparenza sembra un capriccio per evitare di mangiarsi su un piatto di lumache preparato dalla sorella Battista si tramuta in un gesto ribelle che rivoluzionerà la sua intera esistenza. Né minacce di castighi né promesse di perdono gli faranno cambiare idea e tutti i suoi famigliari dovranno alla fine rassegnarsi e accettare la sua scelta assurda quanto incomprensibile. Sugli alberi, Cosimo vivrà giorni liberi, all’insegna dell’avventura e dell’intraprendenza, imparerà a badare a se stesso e ad amare e proteggere la natura che lo circonda, e non mancheranno certo amicizie stravaganti.

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Grazioso, dolce, passionale e appassionante. Squarcio di vite che sembrano lontanissime dalla nostra identità, quanto attualissimo e veritiero.

Titolo: Pelle d’uomo
Autore: Hubert, Zanzim

Casa editrice: Bao

Prezzo: 20 €

N° di pagine: 168

Trama: Una giovane donna è promessa in sposa a un uomo che neanche conosce. Le donne della sua famiglia, da generazioni, indossano una pelle d'uomo per muoversi indisturbate in una società troppo patriarcale per curarsi di loro. È così che Bianca diventa Lorenzo, che diventa amico del suo futuro marito, e scopre che in realtà questi è gay. Inizia una tenera relazione, in cui Gio

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L'amore proibito di due giovani innamorati che di semplicità possiede ben poco, una passione sospetta che colpisce per la vastità dei sentimenti che lega Charlie e la sua bella Sylvain, un piccolo paesino la cui immagine trasmette un quadro estremamente generico di una famiglia riunita che siede in veranda a bere tè freddo ea parlare a bassa voce degli eventi che si susseguono durante il giorno. Il tutto intervallato da un gioco di luci e ombre, che separa il bene dal male. I buoni dai "cattivi".

Titolo: La sposa giovane

Autore: Robert Goolrick

Casa editrice: Feltrinelli

Prezzo: 18, 50 €

N° di pagine: 305

Trama: È l'estate del 1948, la prima calda e magnifica estate dopo la guerra, quando a Brownsburg, una tranquilla cittadina appollaiata nella valle delle Blue Ridge Mountains della Virginia, arriva uno sconosciuto. Charlie Beale è il suo nome, è bello e ha carisma, il corpo teso di uno che è appena tornato dalla carneficina più grande della Storia e vive alla giornata. Tutto ciò che possiede sta nelle due valigie che ha portato con sé: nella prima tiene qualche vestito, le camicie, la biancheria pulitissima. E un set di coltelli perfetti. Nell'altra c'è il denaro. Molto denaro. Sta cercando la pace, un posto dove mettere radici e ricostruire la propria vita interrotta. Sta cercando la sua stella polare, e Brownsburg sembra il luogo ideale: lì Charlie trova un impiego, conquista l'amicizia dei cittadini, l'ammirazione delle signore e l'affetto incondizionato del piccolo Sam, per il quale diventa un idolo e che per lui diventa un figlio. Nella bottega del macellaio in cui lavora conosce tutti e con tutti è gentile e riservato, ascolta le chiacchiere senza fare commenti. Ma il fuoco cova sotto la cenere, pronto a riprendere vigore. E la scintilla entra un giorno in negozio: è Sylvan, la giovanissima sposa del riccone del paese, bella come una diva di Hollywood, il corpo elettrico di una ragazzina troppo sensuale, i sogni ingenui di una bambina. È tutto ciò che Charlie desidera. Fino a consumarsi.

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Un gioco adrenalinico che non impedisce di divorarti da dentro. Una corsa inarrestabile per la sopravvivenza, un eco che si diffonde nei vicoli. Accompagnato a volte da un grido acuto.


Titolo: Memento. I sopravvissuti

Autore: Julianna Baggott

Casa editrice: Blugiano

Prezzo: 18 €

N° di pagine: 496

Trama: Un grande boato, il sole che emana la luce e il calore di tre stelle sovrapposte, e il mondo svanisce, cancellato, spazzato via dal fuoco. E' il giorno delle Detonazioni, il giorno in cui l'umanità si divide in due: da un lato i Puri che, rifugiatasi nella Sfera, sono privi di deformazioni o cicatrici sul corpo; dall'altro i Sopravvissuti che, con i loro corpi deformi, fusi con gli oggetti più disparati, si aggirano tra i detriti e le pozzanghere nere di pioggia della terra esplosa.

Pressia aveva sette anni quando le Detonazioni le regalarono una bambola al posto di una mano. Le vite e le cose si intrecciano in una massa confusa quel giorno, e la testa della bambola che lei stringeva si trasformò nella sua mano. Ora ha quasi sedici anni e la bambola è divenuta parte di lei: gli occhi che si aprono e si chiudono, la testa di gomma che si agita come un pugno ogni volta che lei fa un passo. Tuttavia, nel magazzino sul retro di un negozio di un barbiere dove vive con suo nonno - una stanzetta con un tavolo, due sedie, due vecchi materassi sul pavimento e una gabbietta per uccelli appesa a un gancio sul soffitto - Pressia pensa a volte che sarebbe bello essere Puri, cancellare le cicatrici, avere di nuovo una mano vera, anziché una bambola, vivere in quella Sfera da dove da qualche settimana dopo le Detonazioni lasciarono cadere sulla terra devastata da un messaggio che diceva: << Sappiamo che siete lì, fratelli e sorelle. E un giorno emergeremo dalla Sfera per unirci a voi, in pace. Per il momento vi guardiamo da lontano, con benevolenza >>.

Invece Pressia deve ora guardarsi dall'ORS, il gruppo emerso subito dopo le Detonazioni il cui acronimo significava Operazione Ricerca e Salvataggio, e aveva l'obiettivo di ripristinare le unità mediche, redigere liste dei morti e sopravvissuti e poi formare una piccola milizia per mantenere l'ordine. Trasformata in Operazione Rivoluzione Sacra, l'ORS governa infatti col terrore e arruola tutti i sedicenni con lo scopo di abbattere, un giorno, la Sfera. Quella Sfera da cui verrà fuori Partridge, il ragazzo alla ricerca della madre, l'adolescente solo e diverso come lei con cui Pressia si accompagnerà in una disperata fuga dai loro reciproci mondi ostili e separati.

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Quasi una medicina che alla lunga può avere effetti negativi ma anche positivi, e in cui in gioco ci sono la vita, la nostra vita e il nostro futuro. Perché io, come del resto tu che mi stai leggendo, non siamo altro che creature di passaggio destinate a crescere e diventare valorosi, forti.

Titolo: Solo cose belle.  Libera la tua vita 10 minuti al giorno e concentrati su ciò che conta davvero.
Autore: Irina Potinga
Casa editrice: Mondadori

Prezzo: 18 €
N° di pagine: 252

Trama: Bastano 10 minuti al giorno, e alcune semplici regole, per eliminare la confusione che ci circonda e concentrarci sull'essenziale, su ciò che davvero ci piace e su chi davvero siamo. Da alcuni anni Irina Potinga, ideatrice del progetto Spazio Grigio, si occupa di diffondere attraverso i suoi canali social la filosofia minimalista, proponendo un percorso di alleggerimento a 360 gradi che parte dai vestiti e dagli oggetti superflui che invadono le nostre case per arrivare via via ai pensieri, alle cattive abitudini e alle relazioni che ci impediscono di vivere la vita che vorremmo. “La prima parte del libro riguarderà proprio l'armadio, perché è un posto dove spesso si accumulano tante cose inutili e perché ce l'abbiamo sotto gli occhi tutti i giorni. La seconda parte è dedicata al resto della casa e in particolare a oggetti come libri, ricordi, documenti. La terza parte riguarda lo stile di vita e quindi il modo di applicare il minimalismo alle relazioni, ai pensieri, alle attività. Nell'ultima parte vedremo le buone abitudini che ci permetteranno di portare avanti questo percorso di consapevolezza e vivere la nostra vita migliore. Quando ho cominciato a eliminare, prima i vestiti, poi gli oggetti attorno a me, poi le attività, alcune persone, i vecchi ricordi, i pensieri negativi e limitanti, ho fatto chiarezza su cosa mi piace davvero, cosa mi fa sentire bene e soddisfatta, quali sono le mie priorità, cosa porta valore alla mia vita. Ora mi sento felice e grata per tutto ciò che ho, la mia casa, la mia famiglia e quello che faccio ogni giorno. Quando apro la porta di casa mia ho una sensazione di pace e leggerezza, quando mi guardo attorno ho solo cose belle.

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Portare avanti un progetto, che inconsapevolmente avevo realizzato durante la mia permanenza fra queste pagine, che hanno fatto sussultare non solo il mio cuore ma persino l’anima. Perché una volta dentro avrei avuto bisogno di qualche altra piccola dose per sentirmi completamente soddisfatta, lieta di averla dovuta salutare e che mi avrebbe concesso l’opportunità di conoscerla a fondo.

Titolo: Le carte della signorina Puttermesser

Autore: Cynthia Ozick

Casa editrice: La nave di Teseo

Prezzo: 19, 50 €

N° di pagine: 340

Trama: Con una scrittura affascinante, originale, che canta come un intero coro di sirene, Cynthia Ozick dà vita al suo personaggio e alla sua storia più coinvolgente. Ruth Puttermesser vive a New York. La sua cultura è monumentale. La sua vita amorosa minima (preferisce versare lacrime per Platone che divertirsi con Morris Rappoport, sposato). Le sue fantasie, invece, rivelano una sconcertante tendenza ad avverarsi – con conseguenze disastrose per ciò che, comicamente, definiamo realtà. La Signorina Puttermesser vorrebbe tanto una figlia, e prontamente ne crea una, senza aiuto, nella forma del primo golem femmina di cui si abbia memoria. Mentre si dà da fare nelle pieghe polverose del servizio civile, sogna di cambiare la città – ed ecco che riesce a diventarne il sindaco. La Signorina Puttermesser riflette sull’aldilà e vi si butta a capofitto, solo per scoprire che trovare un paradiso significa anche perderlo. Strabordante di immaginazione di vibrante umorismo, Le carte della Signorina Puttermesser è un vero e proprio luna-park letterario, scritto da una delle autrici più visionarie del nostro tempo.

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La vecchia Cina era una complessa società tenuta assieme da valori di origine e gerarchi dai quali l’uomo moderno può fuggire battendo i sentieri mistici dell’ebraismo, del popolo Yiddish e del buddismo. La Cina odierna forse conoscerà già i valori, tranne quelli del denaro e dell’egoismo. Eppure quello che ci è dato è un bellissimo ritratto alla vita, al passato, alla misericordia mediante la profondità di sentimenti e sensazioni che sono inculcati nell’animo umano, che sebbene affonda le sue radici nell’antichità è un romanzo attualissimo poiché narra di sommosse che disgraziatamente sono ancora diffuse come piaghe suppurante, nella Cina odierna.

Titolo: Fuga di morte

Autore: Keyi Sheng

Casa editrice: Fazi

Prezzo: 18, 50 €

N° di pagine: 429

Trama: Sulla piazza principale di Beiping, capitale dello Stato di Dayang, un giorno compare un enorme escremento a forma di pagoda: un atto dissacrante, che fa esplodere le gravi tensioni sociali latenti da tempo, innescando un movimento di protesta guidato da poeti e intellettuali. Yuan Mengliu, giovane e rispettato poeta, vive però una crisi profonda. Da un lato si dimostra incapace di sopportare la violenza della rivolta e della sua repressione da parte del governo, dall'altro non riesce ad abbracciare gli ideali rivoluzionari della sua compagna Qi Zi, la quale si afferma invece come leader della protesta. Quando la ragazza scomparirà in circostanze misteriose, Yuan Mengliu, ormai abbandonata la poesia e diventato un chirurgo, si metterà alla sua ricerca. Dopo anni di viaggi, si ritroverà in un luogo sperduto chiamato Valle dei Cigni: un mondo utopico apparentemente perfetto che si rivelerà invece sottoposto a imposizioni ferree dall'alto, dove ogni aspetto della vita è regolamentato ai fini del benessere dello Stato, con tragiche conseguenze.

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Allegoria di un mondo in cui gli uomini sono testimoni di qualcosa di schifoso, orripilante, e che all'alba della sua giovinezza sprofonda nelle parole o nelle smorfie, Ferdydurke è una fucina che si forgia sulla maturità poiché le parole hanno un semplice legame col corpo, strutturato in un buio informe e indefinito, sospingendo verso la cultura e l'impossibilità di elevarci. Perciò ci si nasconde dietro smorfie, maschere, di cui Giuso diviene forma di contraddizione la cui lotta fra caos e ordine, senso e insensatezza si manifestano dietro forme oscene e orripilanti.

Titolo: Ferdydurke
Autore: Witold Gombrowicz
Casa editrice: Il saggiatore
Prezzo: 22 €
N° di pagine: 224
Trama: Il trentenne Giuso, perditempo e lavoratore occasionale, si sveglia e scopre di essere tornato adolescente. Il suo aspetto non è cambiato, eppure… Alla porta di casa bussa un arcigno professore: entra, lo interroga, gli rifila voti bassi e lo rispedisce a scuola. È l’inizio di una delle storie più folgoranti della letteratura europea, un lampo di allucinazione che il genio di Witold Gombrowicz ha sublimato nella più discussa e celebre delle sue opere. Giuso è la proiezione dell’individuo odierno, un neghittoso mammone confinato nell’immagine di un adulto. La scuola pullula di imborotalcati come lui: uomini senza qualità, inetti piegati all’eccitazione e al godimento puerile, umanità irrisolte che il loro tempo ha esiliato in un limbo di eterna fanciullezza. Salvo cercare in questa fanciullezza farsesca la propria innocenza. Ferdydurke spalanca, attraverso una lingua formidabile, fatta di nonsense, bagliori e richiami, una voragine nella coscienza dei suoi – e dei nostri – contemporanei. Un’indagine narrativa, quella di Gombrowicz, che origina dai primi decenni del Novecento per estendersi fino ai nostri giorni, e che nell’ambiguità della forma – nella sua drammatica inconciliabilità con gli spiriti che riveste – trova il suo mezzo paradossale; nella beffa dell’infantilismo, il suo trauma archetipico.

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Guazzabuglio di immagini dalle diverse tonalità, serie di sfumature, dalle più chiare a quelle più scure o viceversa, ritratto umano terribilmente realistico e coinvolgente di protagonisti soli e incompresi, La malattia è un cuore debole che ancora palpita in cui possiamo riconoscere un pezzo di noi stessi, scovare un fondo di verità in pensieri che fagocitano, dilaniano con irruenza e impetuosità.

Titolo: La malattia

Autore: Alberto Barrera Tyszka

Casa editrice: Einaudi

Prezzo: 13, 50 €

N° di pagine: 159

Trama: Andrés Miranda è medico. Quando viene a sapere che suo padre è gravemente ammalato, si vede costretto ad affrontare una situazione angosciosa e del tutto inedita: l'etica professionale gli suggerisce di dire la verità, il sentimento lo induce a tacerla, tradendo però così i principi di reciproca lealtà che sino a quel momento hanno caratterizzato il rapporto fra padre e figlio. Ernesto Duràn è un suo ex paziente che soffre di tutti i sintomi di un male che, secondo lui, lo porterà alla morte; preda di un'ossessione che trascende la semplice ipocondria, inizia con crescente insistenza a scrivergli e-mail che rimangono però senza risposta. La presenza della malattia nella vita di queste due persone tanto diverse - il medico che conosce i segreti del corpo umano ma che è ostaggio del silenzio, e il paziente che l'ansia rende loquace impedendogli allo stesso tempo di vivere - è l'architrave su cui poggia questo intenso romanzo sulla fragilità dell'esistenza, sul dolore e sulla malattia come elemento sostanziale della vita.

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Oggetto d’attrazione nonché terreno ideale per l’indagine accurata del rapporto fra esistenza e la sua rappresentazione fra letteratura  e vita, quello di Pascal Mercier è un vaso di Pandora che contiene verità fondamentali che pochi individui sono in grado di comprendere. Inclinazione adatta a rievocare sensazioni corporee, rispolverando zone che si credevano perdute o dimenticate.

Titolo: Il peso delle parole
Autore: Pascal Mercier
Casa editrice: Fazi
Prezzo: 20 €
N° di pagine: 588
Trama: Sin dalla sua infanzia, Simon Leyland è affascinato dalle lingue. A dispetto dei suoi genitori, diventa un traduttore e persegue con determinazione il suo obiettivo di imparare tutte le lingue parlate nel Mediterraneo. Da Londra segue la moglie Livia a Trieste, dove lei ha ereditato una casa editrice. In questa città di importanti letterati crede di aver trovato il luogo ideale per il suo lavoro, finché un errore medico non lo porta fuori rotta. Tuttavia, questa apparente catastrofe si rivela un punto di svolta e un'opportunità per reinventare ancora una volta completamente la sua vita.

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Un suggestivo disegno a tinte fosche, un motivo memorabile ricco di scienza e amore che altri non è che omaggio al Prometeo moderno di Mary Shelley, che, così potente, avrebbe potuto lasciare una cicatrice sul petto, causando  una grande infelicità da cui ho riscontrato solamente un vuoto cieco in cui è impossibile scorgere qualcosa. Ha cucito due lembi rossi che strisciavano l'uno verso l'altro, come due satelliti che hanno lentamente segnato la loro orbita, riempiendo il mio animo di una dolce melodia, sentimenti la cui natura infruttuosa confina con l'orrore, la deformità, la follia.

Titolo: Povere creature
Autore: Alasdair Gray
Casa editrice: Safarà Editore
Prezzo: 22 €
N° di pagine: 408

Trama: Chi è veramente Bella Baxter, giovane donna ritrovata nelle fredde acque del Clyde nella Glasgow tardovittoriana e riconsegnata alla vita grazie agli oscuri esperimenti di Godwin Baxter, tormentato genio della chirurgia? Sarà arduo, quasi impossibile, dare una risposta, perché Bella è molto più della donna che è stata: oggetto di folli passioni amorose, la vedremo attraversare la sua epoca passando per salotti austeri, casinò decadenti e bordelli parigini, con lo stupore di chi per la prima volta vede il mondo nella sua prodigiosa follia, incarnando – con il medesimo desiderio che desta al suo passaggio – i più alti ideali umani, senza mai smettere di suscitare scandalo per l’oltraggio più grave di tutti: vivere un’esistenza radicalmente libera. Da questo romanzo, il film di Yorgos Lanthimos prodotto da Searchlight pictures.

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Acuto e diretto ma anche un pò rozzo e frettoloso, contaminato dal naturalismo e dal satirismo, un testo che invita a comprendere la realtà circostante, il momento in cui bisogna buttarsi dentro qualcosa di importante, affinché ogni cosa cambi, manifestando una completezza che non viene fuori altrimenti se non le gioie della scrittura si allineano attorno al nostro cerchio, propinando qualcosa di inquietante ma veritiero il cui forte carattere, la coscienza di un sé senza limiti non è soggetta al semplice divenire quanto al giungere dritto al presente, metaforico o reale.


Titolo: Senza un soldo a Parigi e a Londra

Autore: George Orwell
Casa editrice: Mondadori
Prezzo: 13 €
N° di pagine: 240
Trama: Ispirato a un periodo della vita nel quale conobbe "i margini della miseria", Senza un soldo a Parigi e a Londra (1933) racconta, sulle orme del Jack London del Popolo dell'abisso , la discesa di un imperturbabile protagonista nel mondo sordido e disperato dei proletari metropolitani dell'una e dell'altra capitale, dove è possibile incontrare l'umanità più varia, contraddittoria e disperata e i suoi eccessi di ferocia e tenerezza. È l'opera prima di George Orwell, quella che segna la nascita dello scrittore. Si delineano già la sua duplice vocazione, narrativa da una parte e di testimonianza sociale dall'altra, e i temi dei libri futuri: il prevalere degli interessi sociali su quelli letterari, la matrice vissuta e sofferta delle posizioni ideologiche.

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Perfetto equilibrio fra asciutta rievocazione di esperienze personali e sorprendente lancia inventiva, quella di Augie March è un’avventura che si pone come inventiva a porre l’individuo a domandarsi se può comunicare con i suoi simili o meno, e la compassione della miseria altrui, atti di cameratismo, amicizia o disinteresse che per istinto induce a porre aiuto o comprensione indirizzano ad un unico collant: quello della donna, nonché risoluzione di problemi di moralismo pratico.

Titolo: Le avventure di Augie March
Autore: Saul Bellow

Casa editrice: Mondadori

Prezzo: 15€

N° di pagine: 704

Trama: Pubblicato nel 1953, "Le avventure di Augie March" rappresenta una delle vette della produzione romanzesca di Bellow, la sua prima opera importante: un romanzo di formazione dalla forte componente autobiografica, popolato da una miriade di personaggi pittoreschi colti nel loro incessante movimento, in cui rivivono echi della tipica narrazione americana, soprattutto il tema twainiano della fuga, delle peripezie e dell'iniziazione dell'eterno adolescente. Ambientato in una brulicante, indimenticabile Chicago degli anni venti, il racconto segue le avventure del giovane Augie, che costretto ai margini della società si ingegna a sopravvivere passando da un mestiere all'altro. Con la partenza per il Messico, spinto da un'amante che lo convince ad accompagnarla ad addestrare aquile, inizia la sua picaresca avventura nel mondo; un viaggio rivelatore, fatto di mille incontri inaspettati, in cui anche le vicende belliche diventano occasione per scoprire le verità più riposte dell'esistenza umana.

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L’uomo dovrebbe pensare con reverenza e con gioia per raggiungere i suoi obiettivi. Può riversare le sue ambizioni dal sogno, dalla fantasia ma deve essere consapevole che li raggiungerà solo se realistiche, intaccate e attaccate dalla memoria. Decostruendo quelle gerarchie sociali e di genere che descrivono un villaggio gallese in inverno e l’emarginazione delle donne nel periodo delle due guerre.

Titolo: Sonata d’inverno

Autore: Dorothy Edwards

Casa editrice: Fazi
Prezzo: 17 €
N° di pagine: 176
Trama: In un piccolo villaggio della campagna inglese che sa di Jane Austen quanto di Čechov, mentre l’inverno imbianca il paesaggio si dipanano le vicende sentimentali e sociali di una piccola comunità: due sorelle corteggiate a intermittenza, un cugino che non sa cosa fare di sé, una ragazzina ribelle che cerca di evadere da un contesto familiare soffocante, e il forestiero Arnold Nettle, giovane e cagionevole musicista trasferitosi in campagna per fuggire l’inverno cittadino. Le lunghe serate trascorrono tra goffe conversazioni ed esibizioni musicali che sono le sole ad animare la calma che avvolge il paese. Tutti, in cuor loro, aspirano a qualche indefinito mutamento, sperano in un attimo epifanico che possa imprimere alla vita un corso più deciso, ma la voce dei protagonisti rimane in gola, così come il rumore dei passi si perde nel silenzio ovattato dell’inverno.

La solitudine della condizione umana è la grande protagonista di questa storia, tratteggiata con pochi tocchi delicati, simili a quelli che animano le corde del violoncello suonato nelle buie sere invernali.

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Non è scevro da qualunque sensazione avvertita in precedenza, poca solidarietà e senso di conforto, poca chiarezza, in una trama artificiosa e gonzovillante che è un oscura esaltazione del passato, nella frenetica confusione di vicende che non hanno ancora una vera e propria natura.

Una tela dalla luce fievole, che tuttavia non prende vita e che non divora da dentro per come pensavo. Un vertiginoso labirinto che mi ha resa impossibilitata a comprenderlo a fondo.

Titolo: Il carosello delle curiosità

Autore: Amy Gibbs

Casa editrice: Fazi

Prezzo: 18, 50

N° di pagine: 456

Trama: Dopo sette anni passati a girare il mondo, il Carosello delle Curiosità torna in Inghilterra; gli artisti della compagnia di Aurelius e Pretorius sono pronti a stupire il pubblico dell’Athenaeum, un vecchio carcere trasformato in teatro che sorge in uno dei quartieri più malfamati e poveri di Londra. Sul palco si esibiranno l’acrobata albina, i gemelli siamesi, la ballerina minuta e il piccolo suonatore di violino dal corpo coperto di peli. Ma l’esibizione più attesa è sempre quella dell’imprendibile Harlequin e del domatore di fiamme, Lucien. All’altro capo della città, Charlotte, orfana e di umili origini, per qualche misteriosa ragione viene accolta da Mr e Mrs Rose nella loro sfarzosa villa; quando i due coniugi muoiono la ragazza si ritrova alla mercé di Odilon, il figlio, nominato suo tutore, che la ricopre di attenzioni indesiderate. Inoltre Charlotte è gravemente malata e secondo i migliori medici d’Inghilterra per lei non esiste alcuna cura. L’unica speranza è rivolgersi ad Aurelius: corre voce, infatti, che lui possieda il dono di restituire fortuna e salute. Per guarire, Charlotte dovrà quindi trascorrere un periodo all’Athenaeum, dove troverà conforto e comprensione nell’affascinante Lucien. Ma riuscirà davvero a tornare quella di una volta? E quale sarà il prezzo da pagare?

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