Di questi grandi autori, francamente, non se ne vedono spesso entrare o uscire dalla porta invisibile di questo salotto virtuale. Con un guazzabuglio di idee, nozioni filosofiche, generalmente questi uomini, la maggior parte vecchi e barbuti, non soggiornano qui, per non più di qualche ora. Camminando da una parte, o lo seguivo in sintonia. Accomodata su una poltrona piccola ma comoda, pronta ad ascoltare ciò che era oggetto della sua visita: senza il linguaggio non ci sarebbero state impartite queste grandi dottrine filosofiche e affinché la vita potesse essere interpretata bisognava capirla. Non paragonando la vita di ognuno all’altra, quanto come massima universale. Compenetrando l'azione provvidenziale di Dio come idealista, forma ideale, vivendo nel presente ma tuffandosi nel passato per comprendere il futuro.
Titolo: Tutta la vita per imparare a vivere : La tranquillità dell'animo - La brevità della vita - La vita felice
Autore: Seneca
La recensione:
Siamo tutti legati alla sorte, alcuni con una lenta catena d'oro, altri con una catena stretta e avvilente, ma che importa?
Si chiama eutinimia, quella tranquillità d’animo che un grande filosofo come Seneca trasmise nelle sue opere. Chi legge per la prima volta un autore di questo calibro non può non esserne incuriosito, la cui massima filosofica si cela nella vita stessa. Nella sua interpretazione e nel << modo >> in cui ci approcciamo. Una lettrice divorata da un forte senso di curiosità, corre alla ricerca di testi che possano raddrizzare il suo piccolo mondo. Sa che da questa tipologia di testi non scoverà la vita, né potrà interpretarla, ma capirla. E sapendo a cosa andrà incontro, quali saranno le conseguenze di questi incontri, non può fare a meno di restare, lì, sbalordita, ad ascoltare. Seduta dinanzi a una piccola congrega, con alle orecchie la voce melodica dell’autore, dall’altra parte del mondo. e del tempo, la Vita che mi rincorreva, ma io già pronta ad accoglierla. La Vita andava a proiettarsi verso di me, ed io… Io continuo ad accoglierla. Non mi tiro mai indietro ad inseguire una bella opportunità per comprenderla, modulare nuove teorie affinché il velo dell’ignoranza possa essere squarciato. E ciò non è frutto di un fabbisogno personale, quanto da semplice interesse. Se non si comprende il presente dal passato, come si può pretendere di capire il futuro?
Sono matta? Forse. Starò << invecchiando >>, e senza più alcuna remora mi intestardisco a leggere testi e scritti filosofici cervellotici, ma importanti che alla fine donano esattamente ciò che desidero: esplorare. Se non esploro dove vado? Resto a casa, qui, fra le solide barriere di una cella che altri non è che il mio santuario magico, e non più soggiogata dal mondo esterno - più o meno da quello mi dibatto giorno dopo giorno - ma del mondo che da sempre i saggi di tutte le culture dicono di essere dentro di noi.
Da donna moderno, penso sempre più alla Vita e alle bellezze che può donarci, quando meno ce lo aspettiamo. Non si voglia credere che sia solo zeppa di maldicenze e malvagità, quanto donare luce, calore. E spesso è proprio lì, sotto i nostri occhi, la vita che conduciamo, così immersi ad svolgere le medesime azioni, così meccaniche da confonderci tra la massa fra automi di sangue e pelle, che non ci fanno pensare in grande quanto constatare che siamo un minuscolo granello di sabbia nel bel mezzo di un oceano. Me ne sono sempre accorta, negli anni, e questo saggio, questo grande uomo di Seneca, doveva raccontarlo, in qualche modo. Come? Con tutto il progresso di cui l’uomo si vanta, le continue rivolte, l’universo compenetrato l'azione provvidenziale di Dio, sullo sfondo di una spiritualità universale spinta a pratica una certa tolleranza. L’esercizio, secondo il saggio, avrebbe migliorato l’umanità, viaggiando nel tempo e dominando il mondo, vivendo nel presente ma propagandosi nel futuro e instillando un contatto. Curando l’anima, al fine di stabilire una certa pace dei sensi che possa riassestare l’equilibrio.
Sino a qualche tempo fa non mi appassionavano così tanto i saggi, figurarsi i trattati filosofici che raccontassero la vita, l’uomo e, persino, qualcosa di me. La lettrice che è in me però scalpita, agogna di un sapere assoluto che solo la lettura, la conoscenza, potrà attenuare: un massacro di scrittura dopo l’altro. Anche se, al giorno d’oggi, di storie sembra non ne abbiamo bisogno. Ogni giorno siamo così immersi nell’ignoranza, nella negligenza attua a trascurare la relatività, a cui presto una certa attenzione ma non ne resto più fagocitata. Perché in questo marasma putrescente di anime corrotte è possibile anche combattere per non essere sopraffatti o trascinati. Pensando che forse di noi, del modo in cui vediamo la vita non importi a nessuno, né io desidero cambiare o porre alcunché quanto tentare di non diventare complice del più semplice dei crimini: l’indifferenza. Quel mancato interesse di porre quelle giuste domande che, nel tempo e per fortuna, la Scienza, ha asservito sul nostro credo messo sull’altare filosofico come un dogma.
Valutazione d’inchiostro: 4
Non credo faccia per me, ma grazie della recensione
RispondiEliminaGrazie a te ☺️☺️
EliminaCiao Gresi, anche dopo tanti secoli le riflessioni di Seneca sono sempre valide. La saggezza di Seneca si evince dalla sua filosofia che ci arricchisce con profonde verità :)
RispondiEliminaGià ☺️☺️
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