sabato, giugno 23, 2018

Gocce d'inchiostro: Il giardino degli incontri segreti - Lucinda Riley

Durante la mia permanenza nel cottage di Wharton Park mi è capitato di assistere a cose che mi hanno indotto a storcere un po' il naso. Quando la scrittrice Julie, malinconica e triste, si sedette per narrarmi le vicende della sua storia, o, per meglio dire, quelle della sua famiglia, c'erano elementi che alla mia anima sognatrice e romantica avrebbero fatto impazzire. Renderla invisibile da qualunque attacco esterno … Persino una brutta sorpresa, come quella riscontrata fra queste pagine, in cui ho visto e sentito cose che mi hanno fatto storcere un po' il naso. E pur quanto ami leggere e perdermi fra i meandri di storie come queste, leggere 625 pagine non è stato per nulla semplice.
Titolo: Il giardino degli incontri segreti
Autore: Lucinda Riley
Casa editrice: Giunti
Prezzo: 9, 90 €
N° di pagine: 624
Trama: Da bambina Julia Forrester ha trascorso ore felici nell'incantevole tenuta di Wharton Park, dove suo nonno coltivava con passione le specie più rare ed esotiche di fiori. Quando un terribile incidente sconvolge la sua vita, Julia, ormai bella e affermata pianista, torna istintivamente nei luoghi della sua infanzia, nella speranza che la aiutino a capire che direzione prendere, come è avvenuto in passato. Da poco, la tenuta di Wharton Park è stata rilevata dall'affascinante e ribelle Kit Crawford, che durante i lavori di ristrutturazione ha trovato un diario datato 1940, forse appartenuto al nonno di Julia. E mentre con l'avanzar dell'inverno la tensione tra Julia e Kit cresce di ora in ora, Julia si rivolge alla nonna Elsie per scoprire quale verità si nasconda dietro quelle pagine annotate. Ed è così che un terribile segreto sepolto per anni viene alla luce, un segreto potente, che ha quasi distrutto Wharton Park e che è destinato a cambiare per sempre anche la vita di Julia.

La recensione:

Lui è il mio pianoforte. Il mio falò. E se non ci fosse più, mi getterei io in mezzo al fuoco.

E' possibile che alcune volte, mi dico sempre, si pensa che quel determinato romanzo o quella determinata storia, in un periodo particolarmente complesso o nel medesimo istante in cui si brama inconsapevolmente qualcosa che forse non avremo mai, possieda quei giusti elementi che apparentemente ci inducono a giudicare un romanzo positivamente.
Sto cercando di mettere assieme del materiale per scrivere l'ennesima recensione del mese, un ritratto del primo romanzo di Lucinda Riley che acquistai quando ero ancora un adolescente, e la storia della sua Julia divenuta classica che già da tale aggettivo sarebbe bastato per riassumerla.
Ero sbarcata su una piccola isola dell'Inghilterra, ai piedi di un piccolo ma fatiscente cottage inglese, provenendo da una cittadina soleggiata e piuttosto tranquilla, libera da qualunque pensiero o incombenza, aperta a qualunque cosa per sognare nuovamente ad occhi aperti. Per me questa fu l'occasione adatta per rispolverare un romanzo la cui lettura risale a un tempo alquanto indefinito. Molti romanzi, molte letture si sono susseguite nel tempo. Fui coinvolta in questo dramma di queste donne apparentemente forti ma fragili, e finì vittima di un gioco amoroso che per presentarsi sulla scena come storico vittoriano di storia possiede ben poco. Il fatto che questo cottage inglese fosse avvolto da una bruma di suspense e mistero, questa ragazza incline al pessimismo e all'afflizione, mi intrigò non poco. Furono tuttavia la mancata analisi storica, le continue pennellate di colori per i miei gusti furono troppo accesi, a condurmi alle soglie di questa piccola dimora stanca e un tantino delusa.
Solo Kate Morton, grazie alla sua passione per l'epoca vittoriana, che personalmente alimenta giorno dopo giorno benissimo e riversa con una certa cura nei suoi romanzi, lei, la donna vittoriana moderna, riuscì egregiamente a rubare il mio cuore. Ma la Riley? Che cosa era accaduto? Dal luogo in cui lei proviene è naturale vivere, ognuno per i fatti propri, nell'idea che l'amore sia l'unico motore che azioni il meccanismo della vita. Da grande amante delle storie d'amori passionali e struggenti mi ritrovo d'accordo … ma dopo un centinaio di pagine mi sono sorpresa combattuta contro qualcosa che non è stata appropriata per i miei gusti. La giovane Julia, il suo amore per la musica, la sua storia d'amore col borioso Kitty non riuscirono a lasciare un segno del loro passaggio, in quei continui e spericolati viaggi migratori che mi hanno sballottolata avanti e indietro.
La storia di Il giardino degli incontri segreti è senza alcun dubbio una bella storia in cui si nasce e si vive in mezzo a grumi di parole e spartiti, che, disgraziatamente per me, non hanno sortito l'effetto desiderato, nessun vero tacito rapporto con i suoi originari figli d'inchiostro. Trovando in questa storia innumerevoli pecche che, non solo avrebbero potuto alleggerire la lettura, ma rendere il tutto molto più semplice del previsto. La Riley, che già dai primi albori con la scrittura si sentiva autrice a tutti gli effetti, non ha trasmesso un'idea chiara dove volesse andare a parare. Non mi è stato del tutto chiaro. Non fra i meandri di Wharton Park ne fra i cuoi pulsanti dei protagonisti, ancora impoveriti e aridi, in cui difficilmente ho potuto riconoscermi.
Questa storia, la storia di una giovane donna che dalla sua casa natale esplora i luoghi della sua infanzia, l'avevo tutta qui: debole, lieve, poco attinente alla mia idea di amore romantico, talvolta zuccheroso talvolta incomprensibile, sempre pronto ad andare altrove e a impedirmi di seguire il suo passo. Affinché garantisse una certa sicurezza, protezione, un certo interesse nei riguardi di questa acclamata autrice americana.
La costruzione narrativa di La ragazza delle perle, lo stile, il flusso narrativo si avvicinarono molto più al soggetto che mi interessava, al tipo di storia che avrei voluto leggere. Ebbene la Riley inspiegabilmente continua ad avere una certa fama, e penso che la lettura di un altro suo futuro romanzo il tempo mi aiuterà ad attribuirle o meno un certo rispetto.
Ora me ne rendo conto; al limite, se molti fan dell'autrice non mi fraintendano, potrei dire che ci credo. Credo in un avvento. Nello stile della Riley c'è custodita una certa magia di profondamente reale. Eppure è ancora in superficie. E, disvelando un mondo che avrebbe potuto sortire un certo fascino, fatto di credenze molto più forti e per questo molto vere, la lettura di questo suo ennesimo romanzo ha sufficientemente trasmesso l'immagine di una generazione che non è più la nostra. Disorientata da questo nuovo "modello", apparsa ai miei occhi come quella strada che per qualche tempo non imboccherò.
Valutazione d'inchiostro: 3

2 commenti:

  1. Ciao Gresi, a me la Riley è piaciuta molto ne "Il segreto della bambina sulla scogliera", questo romanzo non l'ho letto... peccato che non ti abbia convinta appieno!

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    Risposte
    1. Ciao, Ariel! A me la Riley, all'inizio dell'anno, non mi era dispiaciuta con le sue Sette sorelle. Questo un pó meno, ma ciò non significa non gli darò una altra possibilità ☺

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