martedì, giugno 19, 2018

Gocce d'inchiostro: Non lasciarmi mai - Emily Hainsworth

C'è stata, se si può usare un eufemismo, una certa malinconia in queste pagine. Ero diventata malinconica e tragica? Certo non nel senso idealizzato dalla Hainswort in questo suo volume d'esordio. Per qualche giorno ho lasciato il mio salotto letterario non mancando nemmeno una volta alle vicende che si snodano fra le pagine di Non lasciarmi mai. E adesso che tutto si è concluso non mi resta che riflettere, abbozzare qualcosa che si avvicini anche lontanamente a una recensione, confidando di trasmettere qualcosa. Un messaggio positivo, così come l'autrice si premura a darci. Godendoci il sorgere di questo nuovo amore invece che la perizia di alcuni elementi che non mi hanno particolarmente colpita.
Titolo: Non lasciarmi mai
Autore: Emily Hainswort
Casa editrice: Rizzoli
Prezzo: 16 €
N° di pagine: 306
Trama: Cam non sa darsi pace, da quando Viv è morta in un incidente. Era il grande amore della sua vita, la sua ancora di salvezza da una famiglia complicata, il suo unico sostegno dopo la brutta frattura che gli aveva stroncato una carriera nel football. Un giorno, nel punto in cui Viv è morta, Cam ha una strana apparizione. Sembra un fantasma, ma è una ragazza che viene da un mondo parallelo, e si chiama Nina. In questo mondo, al tempo stesso simile e diverso da quello reale, Viv non è mai morta. Cam è al settimo cielo quando scopre che finalmente potrà riaverla. Ma questa Viv si rivela piuttosto diversa dalla sua, e poi c'è Nina che si mette di mezzo. Allora Cam si trova a dover scegliere dove e con chi stare, e deve farlo in fretta, perché il varco tra i due mondi si fa sempre più stretto …

La recensione:

<< A volte non c'è una soluzione giusta e sbagliata. A volte bisogna solo seguire il proprio cuore. >>

Un pomeriggio di metà giugno mi vide recarmi ai piedi di una scalinata che portava dinanzi a un portale, in cui era stata tracciato un bel segno, una decorazione disegnata con semplicità e armonia così che la mia coscienza venisse poi sedotta a toccarlo, invitandomi ad entrarvi. Si trattava di una piccola fessura, uno spazio segreto in cui ho potuto accedere al mondo della Hainswort. Un disegno geometrico inusuale, talvolta dalle forme incomprensibili, dove ogni cosa era pervaso da una certa malinconia: malinconia nel descriverci il protagonista, Cam; malinconia per la mancata solidarietà e conforto che dovrebbe invece legare una comune famiglia americana; malinconia nel toccare anche solo per qualche secondo la felicità ma poi farne conto con le conseguenze; malinconia come centro di ogni cosa … il sole attorno a cui ruotano l'universo, o il nucleo dell'atomo coi suoi neutroni. La causa e l'effetto da cui deriva Non lasciarmi mai.
Era un giorno qualunque, un giorno dedicato alle letture, alle recensioni, alle celebrazioni del mio blog per l'adesione di una nuova iniziativa. Non ci sarebbe stato niente che mi avrebbe fatto cambiare idea, nessuna variante. Per me questa è stata l'occasione di leggere un romanzo che languiva sullo scaffale da più di un mese e andare a respirarlo con ogni piccola particella del mio essere. Dirigermi verso una terra sconosciuta, in compagnia di personaggi sconosciuti che si rifugiano nei loro pensieri, nei loro problemi esistenziali per evitare la cruda e spietata realtà.
Il viaggio non è stato eclatante. Il suo andamento, lento, sincopato, talvolta ripetitivo, talvolta monotono, privo di verve e di pathos è stato come un percorso a ostacoli. Ci si inoltra fra le pagine di un esordio americano, ma sei consapevole di quello che potresti trovare strada facendo, inerpicandoci su una montagna di parole e inchiostro, sbuffando come soffocanti nuvole in  un cielo terso d'estate. Avevo sentito parlare di Non lasciarmi mai come una lettura che non dovrebbe mancare fra gli scaffali strapieni di qualsiasi libreria, come un posto bello e tranquillo come tanti altri. Eppure, quando vi arrivai credetti di aver sbagliato storia. Forse avevo sbagliato romanzo! Vi avevo appena messo piede, e il romanzo della Hainswort mi apparve come un pantano, una landa deserta e desolata, in cui ogni tanto si poteva vedere passeggiare qualche passante. Avevo letto di questo romanzo come una storia malinconica, ma indimenticabile, come di una piccola oasi di pace che avrebbe colmato piccoli buchi nei cuori di ognuno. Era si una storia malinconica, ma non così memorabile e romantica come invece speravo. Con le sue innumerevoli impennate abissali, continue pennellate di grigio su una nuda parete di granato, che avrebbe invece dovuto scolorire e rendere più colorato il tutto. Tutt'intorno l'aria era pervasa da un certa pesantezza, pendevano le colpe dei protagonisti come fardelli troppo pesanti. La storia era, qua e là, ricoperta di ricordi, rimorsi, pianti e violenze.
Con tutta la buona volontà, ho comunque letto e apprezzato la storia della Hainswort come chi crede di vedere qualcosa di sorprendente e inaspettato da un momento all'altro. Il suo profilo esile non mi si presentò col solito disperante entusiasmo, ma tutto questo mi bastò per passare inosservata fra le sue viscere, brulicando pacificamente sino a quando tutto sarebbe giunto alla fine.
La specialità di questo romanzo sta nella vastità dei sentimenti che l'autrice descrive così bene e che riversa in Cam nel momento in cui scopre che la sua amata è oramai perduta. Nella sfilza di pensieri, momenti di tensione e sconforto c'è stato qualcosa, non so dire con esattezza cosa, che ha afferrato saldamente il mio cuore e l'ha colmato di una dolce arrendevolezza. Lontanissima a bocciare completamente questo romanzo, sebbene non poche volte mi sia chiesta a cosa servissero effettivamente tutti questi piagnistei, quando la bontà divina ha concesso a Cam una seconda occasione. Il miglior modo per valutare la sua concretezza è stato giungere alla sua conclusione, che ha distrutto e modificato le congetture che avevo realizzato all'inizio della sua lettura, vedendolo sotto una nuova ottica.
I pregiudizi, i ripensamenti, alla fine, hanno perso la loro importanza: mi è bastato leggere le ultime cento cinquanta pagine e riscontrare qualche piacevole brividino. La voce, sebbene non sia stata fantastica in ogni momento la si ascoltava, ha comunque trafitto la mia pelle come un milione di aghi. Non più lieve di un sussurro, ma capace di penetrare così piano nella testa da non avere una sua forma, quasi che il romanzo stesso fosse fatto di aria e malinconia.
Intriso di drammaticità, tragedia e un pizzico di romance, a colpirmi maggiormente penso sia stata la bellezza e l'autenticità dei sentimenti umani, così precisi e penetranti, capace di ridurci a ricordi sfocati ma colorati.
Una lettura profonda è dunque quella del romanzo della Hainswort il cui protagonista non mi ha particolarmente colpito. Leggendolo ho pensato quanto la realtà, la vita in generale talvolta riesca ad essere spregevole. Come il dolore di una ferita non ancora rimarginata pulsa e dilania il cuore, inghiottendo tutta la felicità. Tutta la bontà.
Valutazione d'inchiostro: 3+

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