domenica, febbraio 02, 2025

Romanzi su misura: Gennaio

Se le letture, i libri fossero estinti, finirebbe per me l’intera esistenza. Un’esagerazione, me ne rendo conto, ma senza i libri vorrebbe dire che la mia vita sarebbe priva di colore, gioie o sfumature, e una vita senza libri, senza il respiro di altri autori che si mescola al mio, non meriterebbe di essere vissuta o assaporata. Dò troppo spazio, fin troppo importanza alla lettura, ai libri, lo so e me ne rendo conto, ma… chi se ne importa? Leggere, le innumerevoli pile che mi affiancano, mese dopo mese, giorno dopo giorno, settimana dopo settimana, non sono colossi o giganti di cui temere quanto avventure, mondi in cui poter valicare o contemplare le bellezze. Perchè una volta entrata, chi vorrebbe più uscirne? Chi vorrebbe tornare alla sua vecchia vita, di qualunque natura essa si tratti?? Beh, forse non si è ancora intuito, o capito, ma per me i libri sono quel portale segreto per raggiungere la felicità. La gioia eterna, e ora che anche questo primo mese dell’anno si è concluso, lungo ed eterno, come ogni inizio anno, del resto, sono pronta a parlarvi dei miei amici. Quei compagni d’inchiostro che, per trenta giorni, hanno affiancato, resa protagonista di svariati eventi, Contenta ed entusiasta di aver speso del tempo, in loro compagnia, sorvolato mondi che conoscevo già, altri completamente avvolti nell’ignoto, nel mistero, ma che nell’insieme mi hanno tenuta in vita. Cristallizzata in una bolla di felicità, entusiasmo, che solo la parola scritta mi conferisce, e che riverso, mi impegno a riversare, giorno dopo giorno, in taccuini, agende o diari. Grata a chi si appresta a soggiornare in questo salotto letterario, a chi mi <<ascolta >> in silenzio, o chi si intrattiene con un semplice like. Perché la letteratura, come la vita, sa dare ma anche togliere. Regalare qualcosa di potente, ma anche togliere il respiro.

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Romanzi su misura in digitale:

La vita è bella, come diceva Benigni, ma a volte sa essere anche crudele e diabolica, e l’amore un buon surrogato dinanzi agli assalti esterni della stessa. Ma l’uomo quando si ammala vive l’emozione della malattia non facendo niente per guarire, se non affondando i suoi dispiaceri nel triste calice dei ricordi. E, giunti a questo punto, come guarire? Se non assimilando questo lento processo, e attendere i suoi effetti, i suoi influssi?

Valutazione d’inchiostro: 4

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