Probabilmente è una questione relativa ai gusti
personali. Poi se ne prende atto. Le mie funzioni mentali gradualmente prendono
atto di come, talvolta, ci si incappa in letture che disgraziatamente non fanno
al caso nostro. La luce di una copertina splendente, colorata, un titolo
evocativo, un autore di cui se ne conosce il nome solo per sentito dire, ci
confondono. Ci costringono a prendere qualche minuto di silenzio per
riflettere, decidere se continuare o meno la lettura, dirigere le nostre
preferenze letterarie su altro. Il romanzo della Caboni mi ha colto in uno
stato di torpore, di inadeguatezza, che mi ha tramortito e inondato la mia
mente, il mio corpo di una fragranza pesante, fastidiosa che mi ha costretto a
restarne fuori, volgere le spalle, e non cercare mai più la compagnia di
quest'autrice italiana di cui io evidentemente non sono riuscita a rimanerne
stregata. Ne a trovare quel profumo perfetto che mi abbia fatto trovare il mio
sentiero, la mia anima.
Titolo: Il sentiero dei profumi
Autore: Cristina Caboni
Casa editrice: Garzanti
Prezzo: 14, 90 €
N° di pagine: 392
Trama: Elena non si fida di nessuno. Ha perso ogni
certezza e non crede più nell'amore. Solo quando crea i suoi profumi riesce ad
allontanare tutte le sue insicurezze. Solo avvolta dall'essenza dei fiori, dei
legni e delle spezie sa come sconfiggere le sue paure. I profumi sono il suo
sentiero verso il cuore delle persone. Parlano dei pensieri più profondi, delle
speranze più nascoste:l'iris regala fiducia, la mimosa dona felicità, la
vaniglia protegge, la ginestra aiuta a non darsi per vinti mai. Ed Elena da
sempre ha imparato a essere forte. Dal giorno in cui la madre se n' andata via,
abbandonandola quando era solo una ragazzina in cerca di affetto e carezze. Da
allora ha potuto contare solo su sé stessa. Da allora ha chiuso le porte delle
sue emozioni. Adesso che ha ventisei anni il destino continua a metterla alla
prova, ma il suo dono speciale le indica la strada da seguire. Una strada che
la porta a Parigi, la capitale del profumo, dove le fragranze si preparano
ancora secondo un arte antica. Le sue creazioni in poco tempo conquistano
tutti. Elena ha un modo unico di capire ed esaudire i desideri: è in grado di
realizzare il profumo giusto per riconquistare un amore perduto, per superare
la timidezza, per ritrovare la serenità. Ma non è ancora riuscita a creare
l'essenza per fare pace con il suo passato, per avere il coraggio di perdonare.
C'è un'unica persona che ha la chiave per entrare nelle pieghe della sua anima
e guarire le sue ferite: Cail. Cail che conosce la fragilità di un fiore e sa
come proteggerlo e amarlo. Perché anche il seme più acerbo, quando il sole
arriva a riscaldarlo, trova la forza di sbocciare.
La
recensione:
Elena,
la protagonista di questo romanzo, mi raccontò la vicenda dei profumi, la loro
magica essenza, il loro effetti sugli esseri umani e ciò che ne sortì alla mia
anima semplice ma appassionata, in un tranquillo ma torrido pomeriggio di
inizio giugno. Mi narrò gli eventi con la mancata vivacità e la curiosità che
generalmente sortiscono certe storie, non lasciando adito a dubbi che la sua
sarebbe stata una vicenda triste ma terribilmente piatta in cui, sebbene non vi
ho assistito in prima persona, in quei momenti lei era impelagata in una
vicenda che ai miei occhi l'ha resa debole. Priva di coraggio e forza
interiore.
Avevo
acquistato una copia digitale del primo romanzo della Caboni per sfuggire al
calore e all'umidità soffocante di una vita sempre uguale a se stessa, solidale
a partecipare all'ennesima sfida indetta su Facebook, confidando di potermi
godere la bellezza della sua storia, coglierne la sua vera essenza insieme a tante altre persone, guardando
l'andamento di questo mare calmo e privo di increspature subire una trasformazione.
Mi è sembrato di uscire da un pensiero angoscioso. Per prima era apparso il paesaggio
verdognolo e bucolico di una campagna situata in un paesino della Toscana, poi
la mia coscienza prese consapevolezza di ciò che stava realmente accadendo. L'andamento
lento e sincopato, personaggi stereotipati ma privi di carisma, avevano infranto
quella piccola finestra di aspettative producendo dinieghi, smorfie involontarie,
e infine tutta l'inutile massa corposa delle sue pagine esposte ai venti della
vita.
Nonostante
la copertina bellissima avesse la parvenza di qualcosa di nuovo ma ancora
indefinito, Il sentiero dei profumi
mi era sembrato il simbolo di qualcosa. O, evidentemente, qualche
incomprensibile apparizione.
Per
un po’ ho tentato di avanzare, anche se con una certa fatica, parallela alla
storia che la Caboni si porta dentro, come se studiassi la mia preda. Ben
presto, tuttavia, ho potuto constatare che, non dando ascolto al buon senso,
due sere fa sono uscita dalla mia camera diffidando di dove mi avrebbero portato
i miei passi. L'aria attorno poteva essere satura di un sottile incanto e di una
forza appassionante. Una fievole luce aveva imbrattato l'anima di questa storia,
disegnando il profilo di qualcosa che non ho capito o voluto comprendere.
Gruppi di fantasmi andavano e venivano dalle loro vite alla ricerca di niente
in particolare, dal tempo e dall'oblio. Ho cercato di unirmi al loro flusso
finché non sono giunta ai piedi di un posto rurale e giallognolo, dove ho
incontrato una giovane donna la cui vita sembrava fosse stata spirata via da una
forte corrente d'aria.
Non
mi ero resa conto che avevo messo piede fra le pagine bianche di una storia che
ha dovuto fare i conti con la mia coscienza, col mio cuore, trasmettendomi un
messaggio che per me non ha avuto alcun significato.
Da
qui la mia insoddisfazione, il mio voler evacuare da qualcosa che non ho potuto
avvertire come mio, non legando ne unendo il mio mondo con quello dei personaggi
caboniani, confidando che forse un giorno potrò finalmente conservare un
ricordo particolare.
Non
dunque fedele alle mie previsioni, Il
sentiero dei profumi ha sfoggiato un comportamento non attinente ai miei
gusti di lettrice. Mi sono lanciata con impeto e passione preparandomi a questa
nuova storia, che non poche volte mi ha strappato qualche smorfia, e, parlandoci
di una forma obsoleta di essenza aromatica, eroine problematiche, tristi e
melodrammatiche, la Caboni non mi ha permesso di avventurarmi fra le sue pagine
passeggiando in tranquilla solitudine, senza curarmi di ciò che mi circondava,
convinta con tutti i sensi di aver imboccato la giusta strada.
Valutazione
d'inchiostro: 2
Ciao Gresi, di quest'autrice ho letto "Il giardino dei fiori segreti" che nel complesso mi era piaciuto, anche se in certi punti l'avevo trovato un po' lento... purtroppo capita qualche volta che le letture ci deludano!
RispondiEliminaEh, già, Ariel. Ma tutto sommato non mi è dispiaciuto conoscere la Caboni ☺ ne avevo sentito parlare molto bene, e desideravo conoscerla ☺ sebbene la nostra conoscenza non è stata delle migliori ☺
EliminaQuando te la sentirai ti consiglio di dare un altra possibilità all'autrice con La custode del miele e delle api, uscito per Garzanti. Un libro che a me ha emozionato parecchio.
RispondiEliminaAl momento non penso leggerò qualcos'altro della Caboni, ma in futuro forse seguirò il tuo consiglio ☺ concedere un'altra possibilità, ogni tanto, non fa mai male ☺
Elimina