giovedì, giugno 28, 2018

Gocce d'inchiostro: Eleanor Oliphant sta benissimo - Gail Honeyman

Sempre nella mia camera, in pomeriggi caldi e luminosi, feci la conoscenza di una ragazza che, a suo dire, sosteneva di non esistere. Non era altro che un frammento del pallido riflesso della sua immagine, con un passato difficile, una corazza di cinismo e diffidenza con cui contrasta e tartassa il prossimo.
Quella della Honeyman è una storia toccante, realistica, profonda, che, per certi versi mi ha resa consapevole di come, talvolta, dietro a una corazza scolpita negli anni, si nascondono tante cose.
Così come si nascondono tante cose in questo romanzo che, inizialmente poco appropriato ai miei gusti di lettrice, ha scandito attimi di una vita sempre uguale a se stessa, semplice ma tutto sommato appagante.

Titolo: Eleanor Oliphant sta benissimo
Autore: Gail Honeyman
Casa editrice: Garzanti
Prezzo: 17, 90 €
N° di pagine: 352
Trama: Mi chiamo Eleanor Oliphant e sto bene, anzi: benissimo. Non bado agli altri. So che spesso mi fissano, sussurrano, girano la testa quando passo. Forse è perché io dico sempre quello che penso. Ma io sorrido, perché sto bene così. Ho quasi trent'anni e da nove lavoro nello stesso ufficio. In pausa pranzo faccio le parole crociate, la mia passione. Poi torno alla mia scrivania e mi prendo cura di Polly, la mia piantina: lei ha bisogno di me, e io non ho bisogno di nient'altro. Perché da sola sto bene. Solo il mercoledì mi inquieta perché è il giorno in cui arriva la telefonata dalla prigione. Da mia madre. Dopo, quando chiudo la chiamata, mi accorgo di sfiorare la cicatrice che ho sul volto e ogni cosa sembra diversa. Ma non dura molto, perché io non lo permetto. E se me lo chiedete, infatti, io sto bene. Anzi, benissimo. O così credevo, fino a oggi. Perché oggi è successa una cosa nuova. Qualcuno mi ha rivolto un gesto gentile. Il primo della mia vita. E questo ha cambiato ogni cosa. D'improvviso, ho scoperto che il mondo segue delle regole che non conosco. Che gli altri non hanno le mie stesse paure, e non cercano a ogni istante di dimenticare il passato. Forse il << tutto >> che credevo di avere è precisamente tutto ciò che mi manca. E forse è ora di imparare davvero a stare bene. Anzi, benissimo.

La recensione:
Anch'io mi sono fatta contagiare dalla storia che Eleanor Oliphant si porta dentro. L'ho osservata rivolgersi a centinaia di persone, a eccezione di me stessa. Mi domandavo quando fosse capitato a me di sentirla, ascoltarla parlare con quel tono saccente e un po’ brusco, ma estremamente sincero. Quel qualcosa di cinico e distaccato che, anziché allontanarmi sempre più, mi indusse ad avvicinarmi, ben celato in una parte remota e inaccessibile della sua persona. La sua presenza ai miei occhi aveva un potere di persuasione particolare. Le piccole cose lasciate in sospeso, le smorfie di diniego alla parola << Mamma >>, i mutamenti di espressione e persino di umore, tutto contribuirono a farmi vedere Eleanor Oliphant come una ragazza dallo strano senso della realtà. Come narratrice, come amica, sembrava diventare ogni giorno più chiusa, sola, fragile, e, volente o nolente dovevo ammettere che il mio istinto mi indusse ad aiutarla.
Ogni avvenimento, ogni cosa è stato nello stesso tempo semplice e complicato. Questo penso sia stata la legge su cui ha ruotato l'intero romanzo che, impedendomi di dimenticarla, mi ha permesso di conoscere Eleanor come effettivamente è: una ragazza sola, dal passato e la vita difficile, le cui vicende complicate sono ancora un orrenda malattia che le annienta lo spirito. Tutto penso dipende da ciò che desideriamo, come veniamo accuditi, come cresciamo. Il movente si trova nelle radici della famiglia, quindi ciò che più ha contato per l'autrice nello scrivere questa storia è trovarne il seme. Scavare sotto la superficie complicata della realtà. Scavare indifferentemente a ciò che si potrebbe trovare. Scavare ancora e ancora fino all'estremità di quelle radici. In questo modo ogni vicenda, ogni cosa mi è parsa chiara. Così talvolta è la vita. Sotto certi aspetti crudeli, sotto altri comprensiva. Eleanor Oliphant per quanto abbia inconsapevolmente desiderato farlo non potrà mai liberarsi di quel senso di sconforto, quella mancanza di affetto che altri non è che un senso di complessità. Vaga nelle tenebre senza una via d'uscita, e alla fine un pezzo della sua anima - quella guasta e danneggiata - muore senza aver capito nulla degli effimeri sprazzi di felicità che talvolta ci riserva la vita. E' come trovarsi in fondo a un pozzo, disorientati.
Il motivo per cui ho deciso di leggere questa storia, sebbene le recensioni positivissime mi avevano già convinta a farlo, è che non riuscivo a capire cosa nascondesse Eleanor Oliphant. Non mi era ben chiaro il principio da cui si dirama questa storia, il titolo semplice ma beffardo che inganna chiunque. Nella mia testa non si era ancora formata un idea. C'era solo una figura che, come un anima in pena, si muoveva ai bordi di un storia che non aveva ancora una sua anima. Non capivo dove l'autrice volesse andare a parare. Sembrava che ogni spiegazione logica non riesca a sfuggire alle tenebre.
Ascoltando la sua storia, facendomi travolgere da un forte sentimento che pian piano ho visto crescere e che per molti versi ha avuto la parvenza dell'affetto, un sentimento che a prima vista mi ha sorpreso, Eleanor ha fatto finta di parlare al mondo, quando in realtà è a se stessa che si rivolgeva. Soltanto alla sua anima semplice ma devastata. Non c'era dubbio che questa storia fosse nientemeno che un movente terribilmente tortuoso e distorto. Ma non tutti l'hanno compreso dall'inizio. Per questo la bella Eleanor si rifugiava sotto un enorme sistema di difesa che è l'isolamento, la solitudine. Chissà come dovrà essersi sentita? Chissà cosa avrà provato a tenere ben stretto tutto ciò che le frullava per la testa, con la perenne paura di non poter condividere con nessuno dei suoi "amici".
Camminando per un po' senza una meta precisa, lasciandosi trasportare dai forti venti della vita, la protagonista di questa storia si mosse attorno al mio cerchio come una docile marionetta fatta di carne e ossa che non cesserà di esistere nemmeno quando giungeremo al punto finale, favorendo in questo modo la splendida idea che quella condensata in queste trecentocinquanta pagine sia una lettura davvero memorabile. Non voglio esagerare, ma sono certa che col tempo questo romanzo potrebbe divenire un icona per quella schiera di adolescenti o ragazzi che si rispecchiano nelle sfortunate vicende della protagonista. Per citare un esempio, uno dei numerosi "effetti" di cui parlo andrebbe di pari passo con l'integrazione delle nostre anime nel momento in cui la protagonista diviene donna. Più matura, più consapevole, scevra da ogni incombenza e preoccupazione.
Le creature, anzi … la creatura realizzata dalla Honeyman ha preso vita propria di nascosto. Nel momento in cui meno me l'aspettavo, malgrado gli innumerevoli momenti di sospensione in cui fra me e Eleanor si è dovuta instaurare una certa sintonia.
Per la curiosità mista a una buona dose di interesse, per tutto il tempo trascorso con lei, per i toni non sempre semplici che sprigionano le sue pagine, ho provato una dolce confusione, come un delirio beato, dolorosamente esaltante. L'essenziale ce l'avevo davanti. L'essenziale era Eleanor Oliphant. Un tipo di essenziale che ha scandito attimi di vita trascorsi in sua compagnia, fuggendo assieme a lei nell'apparente veridicità delle cose. Nel muto carcere di un luogo che potrebbe conferire una certa tranquillità, in una semplice rivista di parole crociate o in un tacito contatto di sentimenti e amore, col cuore ammutolito dalla sua pienezza.
Valutazione d'inchiostro: 4

8 commenti:

  1. Questo libro lo ho visto tantissimo in giro e la cosa che mi entusiasma è che mi ispira un sacco. Di solito tendo a stare abbastanza alla larga da quei libri troppo pubblicizzati, mi deludono quasi sempre! Spero che con questo non sia così!

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  2. Ciao Gresi.
    Non è la prima recensione positiva che leggo di questo libro e ammetto che mi ispira molto

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    1. Ciao, Susy!
      Io ero un pochino diffidente nel leggerlo o meno... Ma te lo consiglio caldamente. Ti assicuro non te ne pentirai ☺☺

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  3. Ho letto tante recensioni positive di questo libro e mi ispira sempre più.

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    1. Io l'ho letto perché spinta dalla curiosità, e sono davvero contenta di averlo letto! ☺

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  4. sento parlare benissimo di questo titolo, intanto segno

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    1. Ero un pó indecisa se iniziare o meno la lettura. Ma alla fine sono contenta sia andata così ☺

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