Da qualche parte ho letto che, nella
letteratura, vi sono romanzi, opere, capisaldi, che almeno una volta nella vita
dovremmo vivere. In termini personali, le probabilità che ciò non accadrà sono
alquanto scarse, perciò pian pianino mi premurerò di accaparrarmi di qualunque
opera funga da capolavoro letterario. In questi primi giorni di febbraio, mi
sono così intestardita nel voler conoscere Rossella O’Hara non pensandoci più
di tanto a rimandare il momento in cui si sarebbe presentata alla mia porta. Dunque
non ci sarebbe stato alcun pericolo. La sua visita mi accolse impreparata
quando meno me lo sarei aspettata, aumentando il mio interesse, alimentando la
mia sete letteraria, soddisfarmi più del necessario. La Mitchell esercitava su
di me un controllo rigoroso e costante, pian piano mi sarei infiltrata nei suoi
più completi meccanismi.
Pertanto ho accolto questa bella storia come
un ideale romantico da seguire, uno stato di perfezione che ho desiderato
aspirare ma che Rossella O’Hara non esprime con risolutezza. Piuttosto indotta
a lasciarsi andare a temibili concessioni del cuore umano, che come divari
intellettuali le permetteranno di comprendere come sopravvivere o meno dinanzi
a qualcosa di completamente diverso da ciò cui era abituata.
Titolo: Via col vento
Autore: Margaret Mitchell
Casa editrice: Neri Pozza
Prezzo: 25 €
N° di pagine: 1194
Trama: Opera pressochè unica di Margaret
Mitchell, nata ad Atlanta nel 1900 e cresciuta ascoltando i racconti dei
veterani della guerra di Secessione, << Via col vento >> conquista i lettori di tutto il mondo grazie a
una trama avvincente caratterizzata da colpi di scena, rovesci di fortuna e da
un’appassionata storia d’amore; trama che portò i critici a parlare di Grande
Romanzo Americano e a osare il paragone con Tolstoj. Ma a rendere straordinarie
queste pagine è soprattutto l’anticonvenzionale protagonista: Scarlett O’Hara,
la viziata e volubile ereditiera della grande piantagione di Tara, la quale,
contando sulle sue forze, dovrà cavarsela mentre l’esercito nordista avanza in
Georgia.
La recensione:
La terra è la sola cosa al
mondo che valga qualche cosa… perché la sola cosa al mondo che rimane, e non
dimenticarlo? La sola cosa per cui vale la pena di lottare, lavorare, morire.
Malgrado
tutto, le due settimane che trascorsi in compagnia di Rossella mi sorpresero
alquanto speranzosa e infervorata. Avevo letto moltissime recensioni, e per
qualche tempo mi sono aggrappata all’indescrivibile desiderio di accapparrarmi
di una copia: il pensiero disperato che la storia che racchiudono queste pagine
fosse conosciutissima ma anonima per me, che si aggirava incerta chissà dove,
ignara della sua natura, depredata dalla vita ma pulsante di vita, mi indusse a
divorare queste pagine come se animate di vita propria. Qualche settimana, e
giunse il momento in cui dovetti accomiatarmi definitivamente. L’idea generata
dalla sua autrice cominciò prima lentamente ad assorbire i miei pensieri, come
se dentro di me non ci fosse più posto per nient’altro che di Rossella e Tara.
Tali furono i sentimenti, l’emozioni che imperversarono il mio animo che
persino questa recensione sembra riduttiva, blanda nel descrivere quello che ho
provato e che tutt’ora preme nella cassa toracica, e proseguo imperterrita nel
mio viaggio spiegando come la storia che la Mitchell si portò dentro mi invase
completamente, e malgrado tutto, procurato un certo astio nei confronti della
sua eroina di carta: astio perché Rossella O’hara è stata insopportabile,
lontana dal mio essere semplice, conflittuale, che non avevo mai definito nella
letteratura. Questa ammissione, confesso, mi sembra brutalmente onesta. Non
avevo mai sentito l’impulso irrefrenabile di giudicare così malamente un
personaggio letterario, ne dover ricorrere così crudemente a convenzionali
eufemismi per definirla << antipatica >>, << viziata
>>. Ora comprendo i motivi per cui molti lettori, nel sentir pronunciare
il suo nome, tendono spesso ad alzare gli occhi al cielo!
Dopo
due settimane a Tara, comprendo perfettamente come ogni cosa fosse come immersa
in una sorta di opacità che mi è scivolata addosso, nel cuore e nella mente,
acquistando una certa magia, diventando più memorabile. La Guerra di
Ssecessione aveva posto la sua voce persino ad Atlanta, e ora che il tutto ebbe
inizio bisognava pensare a diversi modi per sopravvivere. A Rossella era la
sola cosa che le importasse veramente. O, per meglio dire, combattere, pur di
serbare intatto il patrimonio di famiglia, che apparentemente sembrano parole
retoriche, ma in realtà pervaderanno l’intero romanzo inducendo i personaggi a
vivere costantemente su falserighe, aspetto che conferì a queste pagine maggior
spessore, maggior ampiezza visiva.
Le
domande che mi sono posta, durante il processo di lettura, e le risposte che mi
sono poi state date hanno evitato come tali risposte influenzassero i miei
sentimenti. Per esempio, come Melania aveva concesso le sue amorevoli cure,
persino nei momenti di puro e toccante delirio, ad una cinica ed egocentrica
Rossella, e cosa ciò implicò nel momento in cui lei scomparirà definitivamente
dalla scena. Cosa succederanno in queste pagine, nell’arco decennale che
proclama la Guerra di Secessione furono eventi che mi scossero, mi indussero ad
agitarmi sul divano, a non poter nutrire fiotti sentimenti di astio,
negatività, man mano sempre più forti nei riguardi di questa ragazza, non
sbottonandomi però più di tanto.
Spiegare
cosa pervederanno queste pagine sugli anni precedenti al mio primo incontro con
i personaggi della Mitchell risultò che avessi abbandonato la mia casa natia,
ottenendo un rinvio a letture che languiscono sullo scaffale da troppo tempo e
finendo per girare l’ultima pagina col sole oramai del tutto scomparso dietro
le nubi, non sapendo esattamente come schiarirmi le idee. Essere più naturali,
aspirare a certi dogmi moderni ma all’epoca ampiamente sconosciuti, scovare un
posto tutto nostro che ci faccia rinascere sentendoci più forti, più maturi, Via col vento è un capolavoro della
letteratura americana che parla costantemente del passato e che a me piace
defirlo romanzo storico. Ho letteralmente sbattuto la testa contro quella di
questa ragazzina, osservandola malamente in attesa che la sua anima si
redimesse. Questo è stato il principio, quello che prevederanno le innumerevoli
lotte emotive e razionali che Rossella dovrà affrontare e contrastare ma che mi
indusse a trascorrere ogni singolo minuto assieme a lei.
Sorrido
nel mentre ripongo queste poche righe, ma mai avrei creduto di detestare così
copiosamente un personaggio letterario prima di adesso. Credo che mi
aspettassi, soprattuto alla fine, di trovare un centro riscontro, e credo che
il mio atteggiamento abbia confermato le mie predisposizioni, cancellando
eventuali dubbi sull’opportunità di un certo << raddrizzamento >>.
Io ero la lettrice, la spettatrice, e così come tanti altri avevo il diritto di
trovarmi lì, ascoltare quello che la sua creatrice aveva da dirmi.
Mi
stupì però di cogliere, assieme al temperamento contraddittorrio e pessimo
della giovane Rossella, quello di certe importanti tematiche: il colonialismo,
la tratta degli schiavi, il sopraggiungere di entità maligne che rovesceranno
completamente gli animi. Se Margaret Mitchell e questo romanzo sono ampiamente
ricordati certamente il motivo non implica esclusivamente nell’idiomi romantici
cui aspira il romanzo ma anche a certi concetti, certi aspetti che lentamente
stanno perdendo la loro importanza, il loro vigore. Leggere certe cose ha reso
il tutto molto più complicato e serio di quel che credevo, che stona con la
natura semplice e schietta del suo linguaggio troppo timido per divulgare certe
oscenità, temendo forse che non fossero abbastanza buoni. E anche in seguito,
dopo aver compreso i meccanismi narrativi, preferirà restare nell’ombra.
Indifferenza che a mio avviso ha reso ancor più vero il tutto, mi ha spronato
nel proseguire imperterrita in una lotta da cui conoscevo già l’esito: non ci
sarebbe stata alcuna fretta. Presto o tardi Rossella avrebbe espiato le sue
colpe. Promettendo solennemente che si sarebbe data da fare, e aggiungendo come
prova di sincerità a tutto questo atti d’impulsività e irrazionalità.
Tanta
gravità che equilibria perfettamente un romanzo solenne, perfettamente in
relazione con alcuni aspetti della letteratura americana, che lo rese
celeberrimo e indimenticabile al pubblico. Forse l’idea di combattere pur di
garantirsi un certo benessere economico anziché morale ed affettivo era una
responsabilità che Rossella non poteva assolutamente accettare. Eppure, la vita
stessa, che si erge a giudice di uomini che decidono se la vita è stata degna
di essere vissuta le sbatterà in faccia quegli unici veri espedienti che la
faranno maturare. Dentro di me c’è una piccola voce che mi consiglia di
concludere qui, terminare con queste ultime frasi questa ennesima recensione.
Ma scrivere è il miglior rimedio, e oramai sono lanciata oltre qualunque
argomento.Il
mondo aveva desiderato che anche io vedessi ed assistessi alla nascita, e alla
decadenza poi, di una giovane ma coraggiosa donna che in quasi milleducento
pagine mi aveva ridotta a una ridicola frazione di nulla. Nient’altro che
polvere, che il primo alito di vento avrebbe disperso.
Valutazione d’inchiostro: 4
In effetti Rossella é un pelino insopportabile e piantagrane
RispondiEliminaUn pelino assai 😂😂
EliminaComplimenti per l'impresaaaa!
RispondiEliminaGrazie mille ☺️☺️☺️
EliminaRossella...si una figura antipatica, ma forte. Con i suoi ideali, la sua fermezza nel volere spiccare e aver soldi. Una donna con una forza da ammirare... non certo da ammirare la sua frivolezza... comunque io ho visto solo il film che conosco a memoria, complimenti per la recensione ;)
RispondiEliminaGrazie ☺️☺️ spero allora lo leggerai ☺️
EliminaCara Gresi, anche a me non è simpatica Rossella, però devo dirti che nonostante tutto mi manca tantissimo, perché ho capito che in fondo lei non si ama. Ha fatto tutto in maniera egoista, ma proprio per LEI, per se stessa, poco. Ha amato un uomo che era una chimera, ha cercato di salvare Tara, non si è concessa l'amore vero. Certo che ha prestato i piedi a tutti, ma mi ha fatto anche pena, non è mai riuscita ad accorgersi di chi veramente nutriva dei sentimenti sinceri nei suoi confronti. Questo è uno di quei libri della vita (per me)
RispondiEliminaBaciotti
Indubbiamente una lettura difficile da dimenticare. Sicuramente lo rileggerò in futuro ☺️☺️☺️☺️
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