martedì, ottobre 01, 2019

Gocce d'inchiostro: Il racconto dell'ancella - Margaret Atwood

Ogni volta che osservavo questo romanzo, fra gli scaffali strapieni della libreria più vicina della mia città, l'istinto mi incoraggiava a spingermi ulteriormente. Inspiegabilmente tale forza non ha cessato di esistere, nemmeno per un istante. Il momento propizio in cui avrei potuto vivere così intensamente una storia come questa non era ancora giunto, ma adesso che ho abbracciato questa dottrina mi pento esclusivamente di non averlo fatto prima. Un altro sarebbe stato più furbo, e avrebbe letto Il racconto dell'ancella prima che questo polverone di domande e critiche si abbattesse sulla Atwood e, in primis, sul romanzo. Eppure acquistare e poi possedere una lettura di questo genere avrebbe equivalso camminare dirimpetto lungo una strada sconosciuta, ricca di ignoto. Ma la sera in cui tutto accadde, le chiacchiere che mi avvolgevano non mi penetrarono ne scalfirono come credevo, evocando piuttosto l'immagine di un mondo inespugnabile, inquietante ma bellissimo.




Titolo: Il racconto dell'ancella
Autore: Margaret Atwood
Casa editrice: Ponte delle grazie
Prezzo: 16,80€
N°di pagine: 400
Trama: In un mondo devastato dalle radiazioni atomiche, gli Stati Uniti sono divenuti uno Stato totalitario, basato sul controllo del corpo femminile. Difred, la donna che appartiene a Fred, ha solo un compito nella neonata Repubblica di Galaad: garantire una discendenza alle élite dominante. Il regime monoteocratico di questa società del futuro, infatti, è fondato sullo sfruttamento delle cosiddette ancelle, le uniche donne che dopo la catastrofe sono ancora in grado di procreare. Ma anche lo Stato più repressivo non riesce a schiacciare i desideri e da questo dipenderà la possibilità è, forse, il successo di una ribellione.

La recensione:

Erano le nostre mani che si supponeva fossero colme, del futuro che si poteva stringere ma non vedere.


Quando venne il mio turno di leggere questo racconto, a quanto sembra concepito ben 35 anni fa, mi fu davvero impossibile buttarlo giù, se non quando giunsi alla fine dell'ultima pagina. Mi intestardii a voler leggere questo capolavoro nel tentativo di tesserne le lodi; quello riguardante la sua genesi, il suo continuare a stare nel mondo, la sua voce prorompente, la sua relativa importanza fra i popoli. Quello de Il racconto dell'ancella è una narrazione ricca, eccezionalmente introspettiva, costellata da ricordi e piccoli dettagli che rivelano una certa importanza simbolica anziché metaforica.
La complessità stessa dei miei sentimenti consolidó nella certezza di trovarmi dinanzi a un vero e proprio capolavoro. Sulla soglia di un teatro di emozioni adulte e di segreti la quale la scrittura non terrà completamente giustizia. Nessun racconto fiabesco avrebbe potuto contenere altrettanti termini di letteratura! Sebbene di creature fiabesche, certamente usando un eufemismo, questo romanzo ne contiene. Se si pensa già solo al termine << ancella >> lo si interpreta e lo si accosta a qualche nozione religiosa, profana, esseri sacrificati e sacrificabili, contraddistinti da un color rosso acceso. Ombre deformate o parodie di qualcosa, che inevitabilmente imboccheranno una strada da cui non se ne scorge la luce.
Una curiosità sfrenata, in occasione della pubblicazione del secondo capitolo, mi spinse a leggere questo libro - letto in un weekend all'insegna del tedio, della solitudine, della monotonia -, e sebbene la violenza del messaggio mi sconvolse non di poco, ciò non mi impedì di maledirmi per non esserci giunta prima. Non mi pento dell'aver provato qualche remora o indugio nei riguardi di questo romanzo, ma da un romanzo come questo mi aspettavo ammaliamento, sconcertamento, e così è avvenuto. Leggere ed interpretare il mondo estremamente profano, simbolico, religioso e criptato di Margaret Atwood è stato meraviglioso, e l'entusiasmo con cui ho abbracciato la sua lettura non è stato esagerato. Subito dopo questo zelo di vivere e respirare fra le sue pagine mi diede opportunità di rimanere esclusivamente con la protagonista per capire e riflettere su questo racconto pervaso di vita vera. Basta con i romanzi fantasy! La storia dell'ancella della Atwood, l'atmosfera greve di oppressione, ottundamento, soffocamento, veritiero, disturbante, inquietante, un percorso scelto e scritto da un Comandante che spazza via alcuna via di salvezza, la penetrante e sordida aura di attesa, solitudine, drammi del cuore che attanagliano sempre di più nella loro morsa, sono tutti quegli elementi che costellano queste pagine come i continui singhiozzi della protagonista, che mi hanno fatto riflettere molto. Questo racconto, poi, espugna un elemento fondamentale, forse persino più cerimonioso di come la Atwood lo tratta nel romanzo, principio di tenebra che reclama qualunque aiuto possibile. Tale concetto è quello della schiavitù o sottomissione femminile che recisa da obblighi, costrizioni, impedimenti, conferiscono al romanzo il messaggio prorompente di non poter fare alcunché pur di ribellarsi. Poiché spinte, violentate, deflorate, sottomesse, vittime carbonizzate di una realtà che si piega continuamente su loro stesse.
Questo è il principale motivo per cui Il racconto dell'ancella è ancora ampiamente ricordato, osannato, lodato, letto persino nelle scuole, o proposto come tesi di laurea, perché sebbene l'intento di impedire che esso rieccheggi dentro i nostri pensieri, concepirlo come l'eco di un epoca lontana, continua a ronzare oscenamente, impudico, fra culture, razze e società di qualunque tipo. Erba maligna impossibile da estirpare, che mai nessuno a eccezione della Atwood ha raccontato così bene. 
La scrittura è una società, un giardino in cui è possibile spingerci a dismisura, pur di non sentirsi mai soli abbastanza. La Atwood valica queste barriere, contendendosi il diritto di muoversi così bene in una trama contorta, criptata e magnetica da cui è davvero impossibile sfuggire alle trappole della vita, toccando tuttavia le corde più sensibili del nostro animo. Mi sono sentita in dovere di essere solidale, comprensiva, mi sono sentita umiliata, sconcertata, appassita e poi gettata via, affinché potessi scorgere un posto migliore. Più vicino a un'idea di paradiso mancato. I libri a questo proposito divengono delle porte da valicare, e chi legge corre affannato a spegnere le stelle e offuscare il sole. Non si cerca più dunque quel rifugio dove fuggire, ma quella scialuppa di salvataggio che non ci limiti più alcuna forma di libertà. 
Quello de Il racconto dell'ancella è uno spettacolo di inimmaginabile potenza, impressionante letteratura artistica, grande oggetto di immaginazione, visivo e non, che rivela i pori sulla faccia di una vita che scorre come una fiumana in profusione. Entrano in testa, ti distruggono da dentro, ti divorano, offuscano i tuoi occhi fin a lasciarti quasi priva di vita.
Riporto queste poche righe a qualche ora di distanza della mia lettura. La Atwood aveva messo a nudo una parte dell'anima intrinseca del sesso femminile. Cosa avevo aspettato io per interpretarla? 
Un romanzo che appare semplice, ma che, in verità, cela una miriade di significati. Assimilazione del processo di natura predominante sulle donne che produce un'infinità di domande a cui non ci verrà data una risposta, perlomeno non nell'immediato, ma, credo, esclusivamente nel secondo volume. E, accozzaglia di sensazioni forti, straordinarie, inquietanti, sconcertanti, predominio di forze o entità sconosciute che gettano il sesso femminile fra le fiamme, anneriti e distrutte come carta dalla crudeltà umana. Così forte e assordante da promulgare tale 'supremazia' nel tempo a venire, tributo oltraggiante e scandaloso che omaggia l'ingiusta condizione di chi, indifeso e vulnerabile, è dato impunemente alle fiamme.



Noi siamo dei contenitori, è solo il dentro dei nostri corpi che è importante. L'esterno può indurirsi e divenire rugoso come il guscio di una noce.

Valutazione d’inchiostro: 5

16 commenti:

  1. Güzel inceleme olmuş 😊 bu yazarın oldukça ilginç kitapları var...

    RispondiElimina
  2. Sono davvero contenta che ti sia piaciuto! Io a volte ho faticato in alcune parti perché sentivo una sensazione di angoscia nella lettura, ma ne è valsa la pena!

    RispondiElimina
  3. the review seems really interesting, would like to read sometime.
    My Blog | Instagram | Bloglovin

    RispondiElimina
  4. che belle parole Gresi, che condivido! Un libro spettacolare, ho amato anche molto I testamenti

    RispondiElimina
  5. Lo avevo sottovalutato, anzi, lo avevo proprio ignorato! Ci faccio un pensierino

    RispondiElimina

You can replace this text by going to "Layout" and then "Page Elements" section. Edit " About "
 

Sogni d'inchiostro Template by Ipietoon Cute Blog Design and Bukit Gambang