lunedì, ottobre 07, 2019

Gocce d'inchiostro: Rossovermiglio - Benedetta Cibrario

Come può essere l'andamento di una storia, quando la si dimentica completamente? Ecco l'unica cosa a cui riesco a pensare. Impensierita da quanto poco l'avevo ricordata e da quanto poco lei ricordasse di me, tornai nella Torino del 1928 rendendomi conto delle difficoltà con cui la vita può essere una cosa piuttosto che un'altra e della casualità con cui si crea il destino...
E anche come e quanto può sembrare accidentale quando le cose non vanno a finire come si desiderava.
Ho accolto così questa lettura consapevole di non dover aspettarmi niente, sebbene il linguaggio sofisticato, delicato, ammaliante. Ma con l'illusione che questa volta non mi ci sarei persa completamente con la testarda convinzione di non poter abbeverarmi di qualcosa che ho sentito come mio solo a metà.




Titolo: Rossovermiglio
Autore: Benedetta Cibrario
Casa editrice: Feltrinelli
Prezzo: 7,50 €
N°di pagine: 213
Trama: La protagonista del romanzo è una giovane donna appassionata e ribelle, ma è cresciuta in una famiglia - e in un ambiente - dove l’eleganza, la compostezza, la sobrietà e il rigore sono più che dei valori, sono l'unica forma di vita concepibile. Appena ventenne, accetta dunque un matrimonio combinato per lei dal padre. Non sarà una scelta felice, probabilmente anche perché il destino ha messo sulla strada l'affascinante ed enigmatico Trott, che nell'arco di un decennio, con tre impreviste apparizioni, comprometterà definitivamente il precario equilibrio del suo matrimonio. La protagonista infatti incarna un momento di trasformazione di un'intera società: troppo moderna per adattarsi docilmente a proseguire nel solco tracciato dalle altre donne di famiglia e al tempo stesso troppo fragile e sopratutto troppo poco abituata a  dare ascolto ai sentimenti e alle emozioni, per vivere la propria ribellione sino alle estreme conseguenze. Ma è come se Trott l'avesse risvegliata da un incantesimo e fin dal primo incontro avesse innescato in lei un processo di cambiamento che non può più essere arrestato. Da qui la scelta di trasferirsi da sola nella campagna senese, a San Biagio, abbandonando una città, Torino, che sta rapidamente cambiando sotto l'impulso della nascente industria, e un marito che ha sempre sentito estraneo e che la tradisce sfacciatamente.

La recensione:
Con l'aiuto dell'ennesima sfida e lettura di gruppo mi inoltrai nel labirinto della storia dell'incompresa protagonista di queste pagine risalente ai giorni dell'aristocrazia italiana, che per l'America coincise con la nascita del cosiddetto movimento delle suffraggette. Sono tornata, dunque, a sentire questa storia, dopo anni e anni dalla sua ultima lettura, che non si è identificata egregiamente coi miei gusti, allorché da ragazzina non comprendevo appieno certi tipi di romanzi. All'età di ventisettenne anni, la mia anima si ciba esclusivamente di letture famigliari e mi nutro di esse ascoltando storie sulle donne o sugli uomini di quel tempo che giocano sul campo della vita, combattendo una battaglia inarrestabile e potente. Storie di cui la letteratura è stato il miglior surrogato possibile, e che sempre lo sarà.
Ma uno non decide di leggere una storia per ciò che rivelano le sue pagine, per tutto il reticolo geografico, storico, politico e sociale che vi è fra di esso e per la complessità genealogica dei sentimenti umani. Molte cose ci possono rivelare certe storie. Rossovermiglio è una di questi. 
In questi dieci anni non fui la prima, e nemmeno l'ultima, a conoscere, tanto per sentito dire, Benedetta Cibrario. Semplicemente che, diventando 'grande', mi sono incuriosita maggiormente: nutro interesse e curiosità per qualunque forma di prosa o letteratura. Il culto del mio essere. Come mi piace scherzosamente chiamarlo. Perché onorare certe opere è un conto, cibarsene un'altro. E l'idolatria, l'amore che vi riservo ha a che fare con tutt'altra faccenda.
L'altro pomeriggio compi l'atto di recarmi in un posto specifico, scoprendo come la libertà è un prezzo caro che bisogna pagare. E non esiste nulla che possa donarcela dinanzi alle convenzioni. La protagonista di questa storia conosce profondamente il dolore di una ferita ancora aperta. Il suo aver 'azzardato' un passo falso, che hanno rivelato una faccia della medaglia di cui non se ne scrutava nulla.
Finalista del premio Campiello, l'autrice di questo romanzo rivelò delle intenzioni completamente diverse. Quello di Rossovermiglio infatti è stato quel tentativo di seguire i canoni della letteratura francese e italiana, che miseramente fallisce in cui l'analisi patologica della rivendicazione della propria libertà dovrebbe costituire l'argomento principale. Ed in parte è stato così, che ha risposto a quel naturale desiderio di giustizia e armonia che la gente rivendica quasi sempre. 
Per il momento, il mio percorso con la Cibriano termina qui che in queste pagine ha visto spiriti che hanno cercato di tenersi per mano, ma inutilmente, corpi di gente che si avvia al patimento e alle sofferenze. 
Il vero e proprio difetto di Rossovermiglio è racchiuso semplicemente nel fatto che non si discosta più di tanto dal verismo italiano, ma, a modo suo, mi ha benedetto in un modo che purtroppo non ho apprezzato completamente. Io che ho ritenuto ognuno di questi personaggi come delle marionette docili di carne e ossa, ben o male hanno favorito nel rispolverare l'importanza che io attribuisco ai classici, non conquistando però completamente il mio favore personale. Le creature della Cibriano respirano, ma non prendono vita. E i miei tentativi di 'capirli' non ha potuto emettere altro che un piccolo battito. 
Dramma di nervi e sentimenti nonché opera tesa a gettar una certa luce sulla realtà, opera che ricalca ben poco degli autori romantici a cui sono abituata. Ma delinea una prospettiva precisa sul percorso individuale della stessa protagonista, guidata dai forti dettami letterari naturalisti italiani.
Valutazione d’inchiostro: 3

6 commenti:

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